Progetto ENI: portare a Taranto petrolio della Basilicata
Il progetto dell’Eni “Tempa Rossa” per lo stoccaggio a Taranto del petrolio proveniente dalla Basilicata va approfondito. E’ stata questa la conclusione della seduta della V commissione consiliare nel corso della quale hanno avuto luogo una serie di audizioni (ASL TA, Associazione medici per l’ambiente ISDE, Ordine dei medici Taranto, Lega Ambiente, ARPA, Comune di Taranto) nel corso delle quali sono emerse, in un’area già fortemente provata, una serie di criticità ambientali, sanitarie e legate al porto di Taranto – in termini di Rischio di incidente rilevante - che verrebbe interessato, a seguito della costruzione di due serbatoi da 180 mila metri cubi, ad una movimentazione di un centinaio di petroliere all’anno.
Va precisato che il Ministero dell’ambiente ha rilasciato l’autorizzazione VIA-AIA nell’ottobre 2011 senza attendere il parere VIA della Regione Puglia (deliberazione della Giunta regionale n. 2515 del novembre 2011), che conteneva alcune prescrizioni a cui non è stato dato seguito.
Nel frattempo è stata approvata la L.R. n. 21/2012 che ha introdotto lo strumento della Valutazione del danno sanitario (VDS), quale parte integrante dell’AIA.
Anche nella Conferenza dei servizi decisoria del 17 luglio scorso presso il Ministero dell’ambiente non è stato presentato dalla Regione il rapporto di VDS che è obbligatorio in caso di AIA nazionale.
Di qui la richiesta (codificata in una mozione che sarà sottoposta a breve al Consiglio regionale) di Alfredo Cervellera, il consigliere SEL che ha promosso la seduta odierna della 5° commissione, con cui si impegna la Giunta regionale a richiedere al Governo nazionale la riapertura dei termini della procedure AIA al fine dell’acquisizione della VDS che dovrà essere redatta da ARPA, ASL e Ares nel più breve termine possibile (l’unica deroga prevista dal Decreto Balduzzi alla VDS è stata prevista, infatti, per la sola ILVA) e a revocare la citata deliberazione n. 2511/2011.
Su tutta la questione “pesa molto l’atteggiamento ondivago del Comune di Taranto” – ha detto Michele Mazzarano (PD) - che solo recentemente ha preso posizione in maniera netta sulla questione con l’approvazione di un ordine del giorno di contrarietà all’iniziativa e ha ricordato come nel 2011 si sono registrati i pareri favorevoli in merito da parte del Comune e della Provincia di Taranto nonché della stessa Regione. “Adesso – ha aggiunto Mazzarano – siamo ai tempi supplementari ed è il Comune che gioca un ruolo di primissimo piano”.
Per la Regione – ha precisato Michele Losappio (SEL) – è sufficiente chiedere al Governo, alla luce di tutto quello che ha dato fino ad ora in termini di energia, che non via sia alcun aggravio ma solo una riduzione, sia in termini di stoccaggio che di produzione. A maggior ragione, peraltro, in assenza di un Piano energetico nazionale.
Anna Rita Lemma ha sottolineato le difficoltà che vivono gli enti locali nella gestione dei processi di politica energetica e ha chiesto che della questione venga investito il Consiglio regionale, con la discussione della mozione di cui è primo firmatario Cervellera.
Il presidente della V commissione Filippo Caracciolo ha assicurato che tutti i contributi forniti nel corso delle audizioni saranno trasmessi all’assessore all’Ambiente Lorenzo Nicastro e al direttore di Area Antonello Antonicelli, oggi assenti a seguito di impegni ministeriali.
Avrà luogo, quindi, un’altra seduta allargata a questi ultimi. A seguire un’altra con la convocazione del Comune di Taranto nella persona del Sindaco.
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