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Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Piano paesaggistico per la Puglia

“Io sono molto orgoglioso di rappresentare quella parte di Sud che vuole essere un po’ più avanti, che vuole cimentarsi con le buone pratiche, che vuole ragionare sul proprio territorio, sul proprio paesaggio, sul proprio deposito di bellezza e di cultura. E lo vuole fare non in maniera astratta e retorica, bensì immaginando che lì c’è la chiave per aprire la porta del futuro.
Riqualificare i territori, difendere la buona economia che è capace di tutelare valori fondamentali come quelli legati alla dimensione naturale, storica e culturale del nostro territorio. Oggi noi siamo terra di avanguardia. Nell’Italia del fango e degli eventi estremi, della vulnerabilità di un territorio ferito mille volte, noi proviamo a voltar pagina e diamo un buon esempio per tutta il Paese”.

Lo ha dichiarato il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola che ieri mattina a Roma, insieme con la Vicepresidente e assessore alla Qualità del Territorio Angela Barbanente, ha sottoscritto il Piano Paesaggistico territoriale regionale della Puglia con il Ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. Si tratta del primo Piano sottoscritto in Italia sulla base di una norma del Codice dei Beni culturali e del paesaggio del 2004.

“L’Italia è il paese dei due monumenti – ha aggiunto Vendola - da una parte vincoli anche eccessivi, vessatori, incomprensibili e criptati. Dall’altra gli abusi, i condoni, le deroghe, le sanatorie. Questa è l’Italia dei paradossi. Noi abbiamo cercato di andare oltre questa logica. Le regole non devono essere punizione nei confronti dei cittadini, ma devono essere convenienza e devono essere condivise. E allora il Piano è uno strumento di approfondita conoscenza di tutto ciò che c’è in un territorio, ed è l’agenda di buone pratiche per mettere a valore tutto quello che c’è in quel territorio. Facciamo scuola. Oggi la Puglia prova ad essere una luce nell’Italia buia degli abusi”.

 

 Per la Barbanente, il Piano “è una grande opportunità culturale”.

“La valenza culturale e politica del piano paesaggistico – ha detto l’assessore - sta nella capacità di far penetrare nella comunità regionale l’idea che il territorio non è soltanto il suolo o la società insediata, ma il patrimonio (fisico, sociale e culturale) costruito nel lungo periodo, un valore aggiunto collettivo che troppo spesso è stato distrutto in nome di un indefinito e troppo spesso illusorio sviluppo economico di breve periodo”.

La Barbanente ha poi voluto sottolineare come la redazione del Piano sia stata caratterizzata “da un percorso che è stato certo scandito da atti amministrativi ma che si è soprattutto sviluppato come un processo di apprendimento che ha coinvolto per alcuni anni non solo le amministrazioni e i tecnici responsabili della elaborazione del Piano ma anche una molteplicità di attori sociali, economici e culturali, pubblici e privati, individuali e collettivi, che hanno sostenuto, alimentato, discusso conoscenze, obiettivi, visioni, strategie, progetti finalizzati ad elevare la qualità e fruibilità dei paesaggi di Puglia”.

Infine per il Ministro Franceschini il Piano “è uno strumento fondamentale che aiuta a salvaguardare il territorio e che aiuterà anche a rendere più veloci e trasparenti le diverse autorizzazioni e i diversi atti amministrativi”.

“E’ importante – ha concluso Franceschini - che le altre Regioni prendano esempio dalla Puglia”.

Alcune note sul Piano paesaggistico territoriale regionale della Puglia

L’accordo è sottoscritto in attuazione dell’Intesa interistituzionale stipulata il 15 novembre 2007 ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo 42/2004) tra il Ministero per i Beni e le Attività culturali e la Regione Puglia per l'elaborazione congiunta del PPTR. 
I principali atti amministrativi che precedono l’accordo sono costituiti da:
• l’atto di intesa interistituzionale per l’elaborazione congiunta del Piano sottoscritto dai Ministeri per i Beni e le Attività Culturali e dell’Ambiente e dalla Regione Puglia nel novembre 2007
• l’approvazione della Giunta regionale della proposta completa del Piano nel gennaio 2010
• la sottoscrizione, il 27 febbraio 2013, del Documento di condivisione dei lavori svolti in attuazione dell’intesa interistituzionale, sottoscritto dalla Regione Puglia e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali
• l’adozione del piano il 2 agosto 2013, l’esame delle 2.400 osservazioni presentate da enti locali, associazioni, rappresentanti di categorie economiche e singoli cittadini
• la presentazione al Consiglio Superiore per i beni culturali e paesaggistici il 12 novembre 2013
• il parere della Commissione consiliare competente il 5 dicembre 2014. 
Si tratta del primo piano paesaggistico elaborato in attuazione del Codice dei beni culturali e del paesaggio ad aver raggiunto questo importante traguardo essenziale ai fini dell’adozione del Piano.

“Un piano è innanzitutto un evento culturale, poiché le trasformazioni che esso è in grado di indurre non si misurano solo con la sua cogenza tecnico-normativa (…), ma anche con la capacità di trasformazione delle culture degli attori che quotidianamente producono il territorio e il paesaggio.” E’ questo l’incipit della Relazione generale del Piano paesaggistico territoriale regionale (PPTR) promosso nel 2007 dal governo regionale della Puglia e redatto da un ampio gruppo di lavoro interdisciplinare coordinato da Alberto Magnaghi dell’Università di Firenze. 
La definizione di Piano Paesaggistico Territoriale sottende l’interpretazione del paesaggio quale bene patrimoniale sul quale fondare le prospettive di un diverso sviluppo del territorio regionale. Questo, in coerenza con le “Dichiarazioni programmatiche per il governo della Regione Puglia”, presentate da dal Presidente della Giunta al Consiglio regionale nel giugno 2005, che impegnavano all’avvio di “un nuovo ciclo di sviluppo attraverso la valorizzazione delle risorse materiali e immateriali, costituite da donne, uomini, giovani, e dai beni ambientali e culturali del territorio (…)”. Il nuovo ciclo deve investire tutti i settori produttivi: dal settore agricolo, per il quale il programma prevede un nuovo modello di sviluppo basato non solo su una maggiore e migliore produzione, ma soprattutto sulla capacità di cogliere le opportunità offerte dalle politiche di tutela e salvaguardia dell'ambiente e del paesaggio, al turismo, per il quale prefigura un rilancio incentrato sulla tutela dell’ambiente, la valorizzazione del patrimonio culturale e l’integrazione nell’area del Mediterraneo.
In questa prospettiva programmatica, il territorio, nel suo intreccio di risorse materiali e immateriali, che comprende anche la sfera sociale e culturale e le capacità dei soggetti di attivarsi e autorganizzarsi, si colloca al centro delle politiche di sviluppo. 
L’elaborazione del nuovo piano paesaggistico, anche per queste ragioni, è stata intesa dalla Regione come grande opportunità culturale, densa di valenza politica, finalizzata a elevare la consapevolezza dei grandi valori dei paesaggi di Puglia quale indispensabile condizione per la loro tutela e valorizzazione e quale presupposto per uno sviluppo del territorio regionale profondamente diverso dai processi di crescita del dopoguerra, segnati dall’industrializzazione per poli e dall’urbanizzazione anomica. Da quest’accezione del Piano conseguono almeno tre caratteri rilevanti del processo e dei contenuti della pianificazione:
• l’ampia partecipazione pubblica che ha accompagnato l’elaborazione del Piano, con concrete anticipazioni di alcuni dispositivi attuativi con progetti pilota che hanno accompagnato l’elaborazione del piano mediante la stipula di protocolli di intesa con ben 50 enti locali;
• la compresenza della disciplina di tutela dei beni paesaggistici ai sensi del Codice e di scenari, progetti e azioni di valorizzazione e riqualificazione paesistico-ambientale dell’intero territorio regionale, alcuni dei quali progettati o realizzati anticipando la fase attuativa che, solitamente, segue l’approvazione di un piano: ci si riferisce al riconoscimento di 16 ecomusei di interesse regionale, ai protocolli di intesa con i comuni per la riqualificazione delle aree costiere, ai programmi di rigenerazione urbana e territoriale in coerenza con il patto-città campagna per contrastare il consumo di suolo;
• la discontinuità rispetto a una concezione della pianificazione del paesaggio quale adempimento a disposizioni normative statali, ereditata dal piano paesaggistico vigente (il PUTT/Paesaggio approvato nel 2001 in attuazione della legge 431/1985 a seguito di una diffida e del rischio di commissariamento ministeriale). 
Il Piano si compone di tre parti. 
 Il quadro conoscitivo, attraverso l’Atlante del Patrimonio, fornisce la descrizione, interpretazione e rappresentazione identitaria dei paesaggi della Puglia, relativa all’intero territorio regionale e a ciascuno degli 11 ambiti paesaggistici nei quali esso è articolato. Agli enti locali è affidato il compito di dettagliare e specificare il quadro conoscitivo.
 Lo scenario strategico, che comprende l’insieme delle strategie volte a migliorare la qualità del paesaggio regionale, contrastare i processi di degrado, favorire la fruizione socioeconomica degli elementi patrimoniali identitari. Esso si articola in obiettivi generali e specifici, che assumono valore di riferimento per i Progetti territoriali per il paesaggio regionale, i Progetti integrati di paesaggio sperimentali, le Linee guida. Lo scenario strategico è approfondito per ciascuno degli undici ambiti paesaggistici mediante la definizione delle invarianti strutturali, degli obiettivi di qualità, di progetti e azioni che il PPTR propone di attivare, su iniziativa di soggetti pubblici o privati.
 I beni paesaggistici tutelati dal Codice e gli ulteriori contesti paesaggistici sono sottoposti a specifiche disposizioni articolate in:
o Indirizzi, che indicano ai soggetti attuatori gli obiettivi generali e specifici da conseguire.
o Direttive, che devono essere recepite nell’adeguamento dei piani settoriali e locali.
o Prescrizioni, che regolano usi ammissibili e trasformazioni consentite nelle aree interessate da beni paesaggistici.
o Misure di salvaguardia e utilizzazione, volte ad assicurare la rispondenza di piani, progetti e interventi agli obiettivi di qualità e alle normative d’uso negli ulteriori contesti paesaggistici.
o Linee guida, raccomandazioni volte a orientare la redazione di strumenti di pianificazione e di programmazione, nonché la previsione di interventi in settori che richiedono un quadro di riferimento unitario di indirizzi e criteri metodologici.