“Nel rispetto delle prerogative dei vari organi istituzionali che in questa vicenda sono chiamati ad esprimersi, leggendo il parere del Ministero per i Beni Culturali non si può far a meno di notare come siano evidenziate le medesime perplessità tecniche rilevate dal Comitato Via Regionale. Rispetto alla connessione alla rete nazionale e all'impatto che questa parte dell'opera avrebbe sul territorio, alla necessità di mitigarne gli impatti significativi anche in considerazione della prossimità di aree vincolate”. Così l'Assessore alla Qualità dell'Ambiente della Regione Puglia in relazione alle notizie emerse sul progetto TAP.
“E' del tutto evidente che le considerazioni di puro buonsenso fatte in tempi non sospetti sull'atteggiamento di un governo nazionale, pur nella piena legittimità in termini di competenze, che sottoscriveva e poi ratificava accordi internazionali per l'arrivo di gas in Europa attraverso la nostra regione senza che sul territorio avessimo avuto l'idea di quanto impattante fosse l'opera in questione. A quel tempo sollevai delle perplessità sulla tempistica e sulla evidente volontà di bruciare le tappe anche rischiando di prestare poca attenzione alle istanze dei territorio. Al netto di chi – prosegue l'Assessore – su questa vicenda ha tentato di fare speculazione politica il mio ragionamento è chiaro: non si può progettare un'opera di quella portata pensando di arrivare in Puglia a cose fatte, con un percorso tracciato a cui ci si deve adeguare magari puntando, come qualcuno dice, alle sole opere di mitigazione”.
“La Puglia ha sollevato delle questioni che, alla luce di quanto scritto dal Mibac, sono tutt'altro che trascurabili. Allora mi chiedo: ha senso continuare questo scontro tra livelli istituzionali in nome di una teoria del 'dover fare' anche su temi che, in virtù del principio di precauzione, dovrebbe indurre a fare le cose per bene? Ad un certo punto, l'interlocuzione con il Governo centrale, aprì uno spiraglio di confronto che per un momento mise da parte le contrapposizioni e avviò un processo di ascolto dei territori portato avanti dal collega Minervini. Mi auguro – conclude Nicastro – che si voglia riprendere quell'approccio cercando di far si ripartire il Paese, di guadagnare certamente una autonomia energetica, ma di fare tutto questo tenendo conto delle vocazioni dei territori”.
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