Sergio Rubini in Fiera a Bari contro il tumore al seno
Che cosa ci facesse Sergio Rubini in un convegno dedicato al tumore al seno avanzato è stato lui stesso a spiegarlo. Non appena arrivato nella sala della Fiera del Levante dove si stava tenendo la tappa barese di “Tutta la vita che c’è”, la campagna nazionale che dà voce e richiama l’attenzione sulle donne a cui è stato diagnosticato un carcinoma alla mammella in stadio avanzato, l’attore, notamente sensibile ai temi della salute e della prevenzione, è stato accolto da una calorosa e foltissima platea.
“Sono sempre colpito e impressionato dal mondo del volontariato, da questa capacità di darsi all’altro. Il fatto di sapere di poter condividere i nostri problemi, - ha detto - ci unisce di più e ci dà l’opportunità di pensare al futuro. Un futuro in cui sì ci sono le istituzioni, ma ci sono anche le associazioni che devono indicare alle istituzioni cosa fare, altrimenti queste restano perennemente lontane. Io qui – ha continuato - sono rimasto colpito dalla passione (di tutti voi ndr) . Tutti abbiamo bisogno della passione e abbiamo bisogno che ne abbia una chi abbiamo accanto. Una persona indifferente accanto ci fa sentire soli”. La recitazione in chiusura di una poesia di Edoardo Sanguineti dedicata alle donne ha commosso la sala già provata dai racconti di alcune donne uscite o ancora nel tunnel della malattia. Testimonianze positive (Luciana Ciannamea e Lorena Saracino) di chi ogni giorno trova la forza di continuare a combattere, nonostante tutto. Come con forza, ha sottolineato nel suo energico intervento Anna Maria Mancuso, presidente di Salute Donna. Moderato dalla giornalista Antonella Daloiso, l’incontro di oggi dal titolo “Sapere, ascoltare, curare”, organizzato dal dottor Gennaro Palmiotti, responsabile dell’unità operativa di oncologia del Di Venere, e promosso dalla onlus Salute Donna, da Andos e all’Associazione Gabriel, ha visto avvicendarsi sul palco anche numerosi specialisti. L’incontro si è aperto con un saluto al padre della senologia, il professor Vincenzo Lattanzio che ha parlato di una nuova fase della sanità: affermare con forza il diritto alle cure che siano quelle adeguate e non solo funzionali al sistema. Di percorso terapeutico sempre più personalizzato, di casi mai uguali tra loro e di “tumore in evoluzione” piuttosto che “avanzato” ha parlato Nicola Marzano, responsabile dell’ Unità Operativa di Oncologia dell’Ospedale San Paolo, mentre il dottor Gennaro Palmiotti si è soffermato sulle opzioni terapeutiche e di quella che da sempre è la sua battaglia: l’umanizzazione dei reparti di oncologia dove il paziente non perda la dignità e mantenga il suo equilibrio psicologico.Lodi all’impegno indefesso delle associazioni sono arrivate da Giovanni D’Eredità, chirurgo senologo della Clinica Santa Maria di Bari che alle donne ha voluto lanciare un messaggio di ottimismo su come anche il tumore al seno avanzato possa spesso essere sconfitto definitivamente. Le Istituzioni che fanno ancora troppo poco e l’invito al volontariato ad alzare la voce per ottenere il diritto alle cure come diritto di tutti è stato il richiamo di Angela Maria Guerrieri, senologa radiologa alla guida del Saris del Policlinico di Bari e da anni in prima linea sui temi della prevenzione. Sul rapporto medico-paziente, sulla confidenzialità tra i due si è soffermata la professoressa Angela Pezzolla, responsabile di una unità di chirurgia del Policlinico di Bari. Ma TERAPIA vuol dire anche make up. Il trucco, una parrucca quando i capelli cominciano a cadere, possono senz’altro restituire alle donne malate il tono dell’umore che spesso durante le cure, soprattutto le più invasive, va giù. All’incontro erano presenti anche look-maker (Leda Qazimi) e parrucchieri ( Mimi Colonna e Sante Pacello) a disposizione gratuitamente, con le proprie professionalità, delle donne oncologiche aiutate a sentirsi donne anche durante la malattia.
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