Dom24112024

Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Sarà bonificato il sito Fibronit e Bari avrà un altro bel parco al posto della vecchia fabbrica che ha causato la morte di 400 (su un totale di 530) suoi ex operai.

Approvata dal Consiglio comunale di Bari l’acquisizione al patrimonio comunale delle aree di proprietà della curatele Fibronit e Materit. Suoli e capannoni inquinanti non solo ora più di proprietà privata ma del Comune di Bari. Cosa significa questo? Che adesso finalmente, mediante questo passaggio indispensabile di proprietà, si potrà procedere con la bonifica di questi siti. Il 28 luglio ci sarà anche il ministro dell’Ambiente per la stipula dell’Accordo di Programma per la bonifica del sito inquinato di interesse nazionale ex Fibronit.

“Questo atto rappresenta una vittoria per i cittadini baresi - commenta il sindaco Antonio Decaro - che finalmente diventano i proprietari di un’area che per tanti anni ha sottratto loro il più importante tra i diritti: quello alla salute. Noi abbiamo preso un impegno, quello di trasformare quel luogo di morte in un parco dedicato alla vita e alla bellezza. La questione della proprietà non è un mero procedimento formale ma un passaggio di sostanza che garantisce ai cittadini il futuro di quell’area su cui mai più si dovrà speculare”.

Un altro passaggio fondamentale della vicenda è la conferenza di servizi locale durante la quale le parti saranno chiamate al confronto per l’eventuale approvazione del progetto esecutivo di bonifica del sottosuolo.

“La firma dell’accordo di programma fissata giovedì prossimo, insieme alla conferenza di servizi di domani - dichiara Maria Maugeri, consigliera delegata ai siti inquinati- vede finalmente arrivare questa storia ad un punto cruciale e concreto, che poi è l’obiettivo per cui l’attuale e la precedente amministrazione, le associazioni ambientaliste e i cittadini baresi si sono battuti negli ultimi anni”.

Già nel 2010 il Comune di Bari aveva chiesto al Ministero dell’Ambiente di attivare la procedura finalizzata alla stipula dell’Accordo di Programma al fine di individuare il soggetto pubblico al quale trasferire la proprietà dell’area. Nel 2013 la Regione Puglia ha poi condiviso sia il percorso proposto dall’amministrazione comunale sia l’individuazione del Comune di Bari quale soggetto cui trasferire la proprietà dell’area in questione.

La curatela, dal canto suo, ha più volte manifestato la disponibilità al trasferimento dell’area ex Fibronit in favore del Comune di Bari.

Il testo dell’accordo, che costituisce un impegno tra le parti per porre in essere ogni misura per l’attuazione degli interventi di bonifica previsti, è stato trasmesso il 14 luglio scorso nella sua versione definitiva dal Ministero agli enti interessati - Comune di Bari, Città metropolitana e Regione Puglia - e riguarda sia la bonifica sia il ripristino ambientale delle aree ricadenti nell’area ex Fibronit.

Tenuto conto che parte rilevante dell’accordo di programma che sarà sottoscritto riguarda l’individuazione del soggetto pubblico al quale deve essere trasferita la proprietà dell’area, la delibera approvata dal Consiglio comunale consente all’amministrazione comunale di procedere all’acquisizione al patrimonio civico delle aree della ex Fibronit fin qui di proprietà della curatela fallimentare.

Come è noto nell’area della ex Fibronit, la fabbrica che per 50 anni (1933-1985) ha prodotto manufatti per l’edilizia in amianto (eternit) nel cuore di Bari, tra Japigia e Madonnella, sorgerà un grande parco pubblico.

Sono 400 (su un totale di 530) gli ex operai della Fibronit morti negli anni per patologie legate all’esposizione da amianto. Mentre sono residuali i numeri accertati in giudizio.

Quanto alle malattie riscontrate tra le persone che hanno vissuto nel raggio di un km dalla Fibronit, le cifre ufficiali del 2009 parlano di 51 casi accertati di mesotelioma, con una particolare concentrazione nel quartiere Madonnella. Eppure il mesotelioma è una malattia rara che colpisce 1 persona su 100.000. 51 casi solo a Bari in quell’area rendono l’idea dell’impatto letale della fabbrica sulla salute dei cittadini.