Madre di Sabrina Misseri: "noi condannate come Gesù"
E' sarcastico il commento della mamma di Sarah Scazzi, la quindicenne uccisa ad Avetrana, nei confronti di sua sorella Cosima Serrano: “in carcere sta studiando religione?”. Dinanzi alla Corte di assise di appello di Taranto Cosima Serrano ha paragonato la sua condanna e quella di sua figlia Sabrina Misseri a quella di Gesù. "Sono passati 2015 anni e Gesù Cristo venne condannato dal popolo. Se allora tutti vogliono che siamo condannate... Oggi tutti i giorni vengono condannati degli innocenti. Noi abbiamo fatto sempre del bene ma siamo state condannate”. Sono alcune frasi delle dichiarazioni spontanee rese in aula giudiziaria dalla moglie di Michele Misseri, il plurireo confesso di quell'omicidio commesso il 26 agosto 2010 che però resta ancora fuori dal carcere. Cosima Serrano e sua figlia Sabrina Misseri, invece, sono state già condannate all'ergastolo per l'omicidio di Sarah ma ora i loro avvocati sperano di ribaltare la sentenza giocando ogni carta in questo processo di secondo grado.
Il destino delle due donne sarà noto nei primi giorni di maggio, cioè quanto è prevista la nuova sentenza. Nel frattempo un'altra udienza è stata fissata per il 13 marzo ed un'altra ancora per il 27 marzo. Nella prima udienza di marzo i difensori di Sabrina Misseri, gli avvocati Franco Coppi e Nicola Marseglia, depositeranno una “memoria difensiva”. Il 27 marzo ci sarà la discussione del sostituto procuratore generale Antonella Montanaro. Ad aprile ci saranno le arringhe difensive, poi la sentenza a maggio.
Rendendo dichiarazioni spontanee in aula, Cosima Serrano ha raccontato ciò che è accaduto, secondo lei, il giorno dell'omicidio. L'inizio del racconto inizia con la trasferta per il lavoro nei campi: “Il 26 agosto sono andata a lavorare la mattina, siamo andati fra San Giorgio Jonico e Taranto, sono tornata non prima delle 13.30 e a casa non c'era nessuno. Sono andata in bagno non c'era nessuno, ho mangiato, poi sono andata a letto e lì c'era mia figlia che stava dormendo. Ho acceso la tv perché sto più tranquilla, il silenzio mi dà fastidio. Dopo un pò ho sentito un messaggio e mia figlia mi ha detto 'devo andare al mare, mò avviso Sarah. Dormivo e non dormivo, Sabrina stava col telefonino in mano, si è alzata, mi sono tranquillizzata quando ho sentito sbattere la porta. Dopo alcuni secondi ho sentito dire 'Papà, hai visto arrivare Sarah?' e poi ha chiesto a me aggiungendo 'perchè Sarah non c'e'. Ho detto magari è successo qualcosa in strada, forse l’hanno investita e portata in ospedale e ho chiamato mia sorella dicendole di telefonare in ospedale. A quel punto mi sono vestita per andare dai carabinieri, ho incontrato mia sorella che andava in caserma per informarli. Mia figlia mi ha detto 'facciamo un po' di giri in auto. Abbiamo incontrato Mariangela Spagnoletti e un’altra amica, poi sono tornata a casa".
Le crederanno i giudici della Corte di assise di appello di Taranto? (Re.Ta.)
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