Il fidanzatino assassino aveva vissuto tre mesi a casa di Noemi Durini
"L'ho uccisa con un coltello che Noemi aveva con sé quando è uscita dalla sua abitazione". Il 17enne omicida reo confesso di Noemi Durini, nonostante abbia detto questo agli investigatori che lo interrogavano alla presenza del suo avvocato, quel coltello non l'ha ancora fatto ritrovare. Dice di non ricordare dove sia. Insomma manca l'arma del delitto considerato la che prima ipotesi, quella di una pietra utilizzata per fracassare il cranio a Noemi, si è rivelata una bufala. Molto di più e di preciso si sarà lunedì quando il medico legale incaricato dalla procura avrà effettuato l'autopsia sul corpo di Noemi, Al momento però si esclude che il decesso sia avvenuto a causa dell'urto con una pietra.
In quell'interrogatorio nella caserma dei carabinieri a Specchia il ragazzo ha anche fornito una motivazione alla follia omicida: ''L'ho ammazzata perché premeva per mettere in atto l'uccisione di tutta la mia famiglia", Insomma secondo l'omicida la povera Noemi stata premeditando lo sterminio della famiglia. Che le famiglie dei due fidanzatini fossero in contrasto non era mistero in paese. Anche oggi ne è stata fornita una prova: il padre di Noemi ha tentato di avvicinarsi all'abitazione dell'ex fidanzatino di sua figlia per gridare al genitore in casa: "sei un bastardo" e poi per giustificarsi davanti ai giornalisti ha aggiunto: "me l'ha ammazzata lui mia figlia". E' convinto che quell'omicidio non sia stato compiuto dal ragazzino e soltanto da lui ma anche o soltanto dal padre di quest'ultimo".
Poi spiega che in casa aveva accolto il fidanzatino: l'ho accudito e fatto mangiare per tre mesi" perché a causa della relazione sentimentale "i genitori di lui lo avevano cacciato da casa". Insomma, il fidanzatino assassino aveva vissuto tre mesi a casa di Noemi Durini
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