Perché è stato carcerato il sindaco di Villa Castelli, Vitantonio Caliandro.
Tornerà a fare il sindaco di Villa Castelli, nel Brindisino, dopo essere stato agli arresti domiciliari per 28 giorni. Lui, Vitantonio Caliandro, ha sempre dichiarato la propria innocenza ma ora che il Gip ha revocato la misura cautelare aggiunge di aver sempre avuto fiducia nella magistratura. Al Gip era giunto anche il parere favorevole del pm alla revoca. Prima ancora c'era stata la decisione del Tribunale del Riesame di Lecce di annullare l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari in riferimento alle accuse di corruzione e finanziamento illecito ai partiti.
“Sono felice che è emersa la verità: cioè ho sempre fatto il massimo per il mio Comune e che sono assolutamente una persona onesta” ha commentato Caliandro.
Era accusato di aver ricevuto il pagamento di cinquemila euro dal presunto titolare di fatto di una società di Carovigno, Reteservizi srl, probabilmente per facilitare la partecipazione di due gare d'appalto. Caliandro spiega che “l’accusa di corruzione è fondata su due procedure di gara che non ci sono mai state”. Un dettaglio certamente non marginale.
Per quella stessa inchiesta giudiziaria finirono agli arresti domiciliari, tra gli altri, anche il sindaco e il vicesindaco di Torchiarolo (Brindisi), Nicola Serinelli e Maurizio Nicolardi. Anche loro si sono sempre dichiarati innocenti e per l'istanza inoltrata per il tramite del loro avvocato, Carmelo Molfetta, sono stati rimessi in libertà ma, a differenza di Caliandro, hanno dovuto rassegnare le dimissioni dai loro rispettivi incarichi.
Caliandro, che è difeso dagli avvocati Roberto Palmisano e Cosimo Deleonardis, è stato sospeso dal prefetto di Brindisi nel ruolo guida dell'Ammistrazione comunale ma adesso sarà lo stesso prefetto a riconferirgli l'incarico di primo cittadino di Villa Castelli.
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