Fiamme da torchia petrolchimico Brindisi
Preoccupano le sfiammate dalle torce del petrolchimico Brindisi. Preoccupazione ma anche proposte sono contenute nella lettera inviata dal consulente nazionale di Legambiente, il geologo Francesco Magno, al sindaco di Brindisi Consales e al commissario della Provincia di Brindisi Castelli. Ecco il testo della lettera
L’ennesimo grave episodio di sfiammamento della torcia della Versalis, avvenuto in un giorno di assoluta calma di vento e di persistenza della nuvola nera inquinante sulla città di Brindisi, ha la necessità di essere valutata per la gravità che assume nella frequenza degli episodi; né i periodici rapporti effettuati da ARPA sui singoli episodi possono essere sufficienti a garantire la mancata contaminazione delle matrici ambientali e le valutazioni di ordine sanitario in termini di “morbilità”.
La frequenza degli episodi necessita dell’apertura della procedura autorizzativa di AIA, Decreto 2011/0000514 del 16/09/011, con la quale la Polimeri Europa Spa (oggi Versalis); tale Decreto, infatti prevede tutta una serie di prescrizioni che devono essere assolte entro i termini previsti. Versalis ha ottemperato a parte delle richiamate prescrizioni ottenendo dal Comitato, all’uopo preposto dal Ministero dell’Ambiente, che le “modifiche” strutturali proposte “non sono sostanziali” per la riapertura della procedura di AIA.
Legambiente ritiene, considerato quanto riportato nel Decreto autorizzativo AIA, che la frequenza degli episodi di combustione in torcia e di sfiammamento, debbano essere oggetto di riapertura della richiamata procedura di AIA e ciò sia per lA verifica della tipologia dei gas/rifiuti immessi in torcia che del monitoraggio delle emissioni.
Il Comune d Brindisi e la Provincia hanno partecipato alla Commissione di valutazione dell’AIA proposta dall’allora Polimeri Europa Spa ed il cui controllo è stato affidato ad ISPRA; a questa ultima (ISPRA) i richiamati Enti, anche in virtù delle relazioni effettuate da ARPA e dei riconosciuti incrementi di “benzene”, si ritiene debbano fare richiesta di “riapertura della procedura di AIA” in maniera tale che questa possa essere soggetta alla valutazione pubblica e possa garantire la non contaminazione delle matrici ambientali e della salute pubblica.
Particolare riferimento va fatto in merito ai “periodi transitori d’esercizio”, al monitoraggio a “bocca di torcia” ed allo smaltimento dei residui della produzione (rifiuti) non a norma con gli standard di qualità. Un ulteriore intervento dovrebbe essere fatto, sempre dai richiamati Enti, nei confronti di ARPA e del sistema di visualizzatione nel sito del DAP di Brindisi, dei dati registrati dalle centraline che, molto spesso impediscono la rappresentazione pubblica dei risultati del monitoraggio orario e giornaliero.
Prof. Francesco Magno, consulente nazionale Legambiente
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