Reddito di dignità ai pugliesi. In Consiglio regionale scettici e sostenitori
Commenti contrastanti sul disegno di legge approvato dalla giunta regionale sul “Reddito di dignità” che assegnerebbe 600 euro a circa 20mila famiglie pugliesi povere. Nei propositi ovviamente sono tutti convinti della necessità di aiutare le famiglie in difficoltà economica ma sul metodo e anche sulla possibilità che si possa realmente realizzare quest'azione vi sono invece delle perplessità. Tra i più convinti sostenitori c'è il consigliere regionale de “La Puglia con Emiliano”, Alfonso Pisicchio.“È il primo passo del governo regionale a favore del lavoro, ma soprattutto – chiarisce Pisicchio - delle famiglie che vivono in questo particolare momento storico una complessa condizione di disagio. Per questo daremo il nostro appoggio al disegno di legge perché la politica deve mettere al centro il lavoro e le famiglie. Questa è sicuramente un’iniziativa che condividiamo – conclude Pisicchio – e come intero gruppo regionale de "La Puglia con Emiliano" daremo il nostro pieno sostegno. Anzi, auspichiamo una più ampia condivisione da parte di tutte le forze politiche presenti in consiglio regionale”.
E' favorevole anche il Presidente dei Popolari alla Regione Puglia, Napoleone Cera. “Con l’approvazione da parte della Giunta Pugliese del Reddito di Dignità, si passa dalle sole parole ai fatti” dichiara infatti Cera.
“Questo è un provvedimento concreto a favore delle famiglie, e di quelle più povere, con l’obiettivo – spiega Cera - di promuovere e realizzare quell’inclusione sociale che può coinvolgere, ogni anno, circa 60mila pugliesi che oggi vivono sotto la soglia di povertà – aggiunge il giovane Presidente di Gruppo -, siamo particolarmente soddisfatti che il provvedimento va oltre il mero assistenzialismo e che mette in moto forme di mobilitazione e di promozione umana e sociale che possono condurre verso stabili obiettivi di utilità sociale. Un vero salto di qualità nel Welfare della nostra Regione”.
“Accompagneremo e sosterremo con convinzione e con decisione – assicura il presidente dei Popolari - il provvedimento nel suo iter di trasformazione in legge, come risposta concreta alle difficoltà in cui vivono molte famiglie pugliesi”.
Solo quaranta giorni addietro, era il 30 settembre, durante l'audizione in aula del presidente del consiglio dei Ministri Matteo Renzi per rispondere ad una question time, il leader del PD aveva detto “no al reddito di cittadinanza, perché per combattere la povertà serve il lavoro”. La risposta era indirizzata al Movimento 5 Stelle che invece insisteva sulla proposta di introdurre un assegno mensile di 780 euro per i cittadini che non hanno altre entrate economiche. Ora arriva da un presidente di Regione del suo stesso partito un'iniziativa analoga a quella proposta proprio dai pentastellati. Sarà stato imbarazzante per Renzi trovarsi ancora tra i piedi un "bastian contrario" come Emiliano?
Critiche da tutti gli otto consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle sono state rivolte al Governatore della Puglia. Il perché è presto spiegato. “Questo reddito di dignità – chiariscono i consiglieri pentastellati pugliesi – non verrebbe finanziato con i risparmi derivanti dal taglio degli sprechi e contrastando la corruzione ma purtroppo con i soldi sottratti ai fondi per i disabili”. Critiche anche per le modalità utilizzate da Emiliano nello spettacolarizzare questa iniziativa: “ormai sembra il sosia di Renzi con questa ennesima dimostrazione di politica degli annunci”. E' la quarta volta che il presidente Emiliano annuncia questo provvedimento: “il reddito di dignità è stato illustrato in pompa magna (almeno per la quarta volta) dal Presidente Emiliano che ormai assomiglia sempre più al presidente del Consiglio Renzi per la sua capacità di produrre annunci su annunci. Anche questa volta il presidente della Regione cerca infatti di emulare una nostra proposta, provando a scopiazzare il nostro Reddito di cittadinanza in Puglia; una battaglia di cui fino a due anni fa pochissimi ne sapevano qualcosa e che come tutti sanno è arrivata in politica proprio grazie al nostro gruppo. Bene, diremmo noi, se questi provvedimenti, copiati da Emiliano, possano essere in effetti utili ai cittadini”. Tutto chiarito quindi? No, i pentastellati chiedono che si faccia una netta distinzione tra la loro proposta e la pessima scopiazzatura fatta da Emiliano: “chi copia spesso ottiene risultati peggiori di chi invece l’iniziativa non solo l’ha pensata ma ci ha lavorato seriamente. Ed anche in questo caso, infatti, il reddito di dignità che propone Emiliano non ha nulla a che fare con quanto proposto dal M5S da ormai due anni al Paese e che viene ostacolato dallo stesso partito a cui appartiene il presidente della Regione. Quella di Emiliano – proseguono i pentastellati – è una misura che si propone di aiutare i cittadini ma che al tempo stesso si finanzia, ad esempio, sottraendo soldi ai fondi per i disabili o aumentando la tassazione sulle auto per tutti i cittadini pugliesi. E allora ci sembra piuttosto, che Emiliano abbia contratto la stessa malattia del suo collega di partito e presidente del Consiglio, Matteo Renzi: l’annuncite”.
Dubbi sul disegno di legge approvato dalla Giunta regionale vengono evidenziati anche da Forza Italia. “Sul Reddito di Dignità, da quanto appreso fino ad oggi, nutriamo qualche dubbio legittimo – dichiara il presidente del Gruppo di Forza Italia Andrea Caroppo. “La maggior parte delle risorse - spiega Caroppo - sarà impiegata per le spese di funzionamento della macchina amministrativa, con beneficio di pochi e non delle fasce deboli della comunità pugliese. Ci ricorda il programma di Garanzia Giovani, che ha prodotto risultati scarsi e non certo lusinghieri sul fronte dell’occupazione e del benessere sociale, come denunciato da Forza Italia con un dossier”. (Giancarlo Vincitorio)
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