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Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Gli errori commessi da Michele Emiliano sul piano di riordino ospedaliero pugliese. Le critiche del gruppo consiliare CoR

I consiglieri regionali del gruppo dei Conservatori e Riformisti (Zullo, Congedo, Manca, Perrini e Ventola) non sono soddisfatti dell’audizione in Commissione Sanità del presidente Emiliano e lo incalzano, su sette lacune del Piano, a dare risposte concrete. 
La visita del premier Renzi a Taranto ‘salva’ il presidente Emiliano da un vero confronto sul Piano di Riordino Ospedaliero, tant’è che il sospetto che la tanto richiesta audizione in Commissione Sanità sia stata fissata proprio per oggi, per evitare un vero ‘esame’ da parte dei consiglieri regionali, è molto forte. 
Ma noi non ci arrendiamo e continuiamo a pretendere da Emiliano la stessa attenzione e interlocuzione che abbiamo avuto a Roma dal ministro alla Sanità, Beatrice Lorenzin. Per questo consideriamo quello di oggi un incontro frettoloso e fumoso dove, ancora una volta, non si sono voluti affrontare i veri nodi della Rete ospedaliera. 
Da mesi li snoccioliamo come grani di un rosario in tutte le sedi con la speranza che questa opportunità di avere un Piano di Riordino Ospedaliero degno di questo nome si concretizzi con un’offerta sanitaria migliore per i pugliesi. Ad oggi non è così perché: 
1) perdura nel Piano una disomogenea distribuzione dei Posti Letto sul territorio pugliese, le scelte fatte non sono supportate né da criteri demografici né epidemiologici. Per cui si hanno aree totalmente scoperte per alcune discipline, così come è totalmente carente l’assistenza in Psichiatria ed Endocrinologia. Una situazione critica su tutte: da Bari a Foggia non vi è nessun ospedale di II livello, lasciando scoperta una provincia come la BAT nonostante la legge preveda un HUB di II livello ogni 600mila abitanti. Chiara a questo punto la volontà politica di penalizzare un importante territorio. 
2) manca la valutazione preliminare dei requisiti strutturali degli spazi e i luoghi dove saranno trasferiti alcuni reparti, per cui è probabile che fisicamente non sarà possibile attuare il Piano: sulla carta si può trasferire tutto, ma poi i letti devono entrare nelle stanze! Per altro le leggi sull’accreditamento delle strutture sanitarie sono severissima sulle dimensioni degli spazi da rispettare. E questa valutazione preliminare non è stata mai fatta! 
3) manca, a seguire, la valutazione di sostenibilità economica del Piano alla Legge Finanziaria non solo per quello che concerne gli investimenti necessari per adeguare le strutture destinate ad essere ampliate. Nessuna traccia neppure di risorse per riconvertire subito, in contemporanea, gli ospedali che si chiuderanno e saranno trasformati in strutture sanitarie assistenziali di diversa natura da quella ospedaliera. 
4) manca la valutazione finanziaria di compatibilità economica dei nuovi ospedali con i parametri previsti dalla legge per la “buona” gestione degli ospedali, ovvero il rispetto della forbice del 10% per il rapporto tra costi e ricavi e il deficit che non deve superare i 10 milioni di euro. 
5) manca la previsione della rete emergenze-urgenze: si programma di chiudere le guardie mediche e i punti di primo intervento che non effettuano almeno seimila interventi l’anno (vale a dire 24 su 30), ma non si dice da nessuna parte come saranno sostituiti. Pensare di farlo con un’autoambulanza del 118 vuol dire creare il caos. Si parla anche di destinare i codici bianchi e verdi in strutture diverse dai Pronto Soccorsi, che dovrebbero occuparsi solo dei codici rossi, ma nulla si precisa in merito. Il vero rischio è che questi vadano totalmente in tilt creando un disservizio che potrebbe provocare incolpevolmente episodi di malasanità. 
6) mancano, di conseguenza, anche le rete tempo-dipendenti, le reti per patologie. Insomma, una serie di servizi integrati che territorialmente garantirebbero un’assistenza sanitaria degna di questo nome. 
7) manca l’unità di valutazione del rischio clinico per ogni ospedale così come previsto dalla vigente Legge Finanziaria. 
A nessuna di queste osservazioni il presidente Emiliano ha risposto per colpa del poco tempo a sua disposizione, vista la visita del premier in Puglia. Nessun problema! La nostra ‘bocciatura’ la trasformiamo, nell’interesse dei pugliesi, in ‘rimandato a settembre’. Alla ripresa dei lavori ci ritroverà qui pronti a incalzarlo fino a quando non avrà dato risposte a tutte le mancanze di questo Piano di Riordino Ospedaliero. 
Se questa rivoluzione copernicana degli ospedali pugliesi ci deve essere è giusto che ci sia in modo ottimale e proficuo. Il Piano non è una medaglia che qualcuno si deve appuntare sul petto, è il risultato di un lavoro serio perché questo è l’impegno che viene richiesto a ciascuno di noi quando si parla di Sanità”.