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Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Il vino dà alla testa a D'Alema che a Bari annuncia querele contro giornalisti

"Qualcuno ha ritenuto inopportuno mischiare una convention del Pd con una vendita di 2000 bottiglie di vino..." dice a D'Alema il giornalista Filippo Barone del programma di Rai Due "Virus" condotto da Nicola Porro.

E' questa la domanda che ha fatto infuriare D'Alema il quale prima dice di non aver compreso bene, fa ripetere la domanda, risponde articolando le sue ragioni e poi tira la sciabolata della minaccia di querela. "Quegli acquisti – dice D'Alemma al giornalista Barone- sono avvenuti nel corso di due anni non in una convention del Pd. Lei dice delle cose sciocche perché quegli acquisti, come risulta chiaramente dalle fatture sono avvenuti nel corso di due anni, sono stati regolarmente fatturati, sono avvenuti in prossimità delle festività evidentemente per fare molti regali come fanno molte imprese e sono stati fatturati con trattamento di favore, diciamo, perché con fatture a 4 mesi. Non sono state vendute nel corso di una convention del Pd, quindi la pregherei, siccome sto denunciando, oggi, diversi giornali, denuncio anche lei, con l'occasione. Lei ha detto che ho venduto il vino durante una convention del Pd, come si chiama lei, scusi? Devo trasmettere al mio avvocato questa informazione. La prego di mandare questa registrazione, avrà una denuncia”.  

“Ho già avuto una querela, sempre sul tema del vino, più o meno due anni fa per un articolo scritto per il Fatto, del resto mi trovo in buona compagnia con altri colleghi" ha poi commentato Barone con altri colleghi la minaccia ricevuta. 

Dell'argomento si occuperà oggi anche Nicola Porro nel suo programma Virus su Raidue che ha già commentato l'accaduto in questo modo: "Il nostro giornalista Filippo Barone di @VirusRai2 fa una domanda a D’Alema sui vini: giusta, sbagliata, impertinente? Ma pur sempre solo una domanda. E lui? mandatela in onda, mandatela in onda così ti denuncio. Sono convinto, per quello che conta, che queste intercettazioni sono una schifezza. Per di più il metodo Woodcock che ben conosco, si basa su intercettazioni a strascico. E sono anche d’accordo con baffino che se non lo avessero tirato in ballo, tutta l’inchiesta avrebbe avuto minore rilevanza mediatica. Detto questo mi chiedo per quale dannato motivo quando si è parlato delle intercettazioni e delle leggi che le volevano regolamentare il nostro Leader maximo non si è adoperato per farle passare anzi in un caso le ha esplicitamente affossate. E mi chiedo per quale motivo la sinistra fino a quando non è toccata direttamente fischietta facendo finta che non ci sia un problema con la giustizia spettacolo. Ci spieghino, cosa dobbiamo fare allora? Le intercettazioni del Cav, dei suoi amici, di oscuri consiglieri regionali, di faccendieri vari; favolette come la culona della Merkel o regali di Rolex possono finire in tv, diventare miti e quelle che riguardano D'Alema no? Virus Rai ha intenzione di parlare anche di queste cose e delle inchieste di Woodcock il cui stile di intercettazione e di inchieste viene improvvisamente scoperto dalla sinistra. Ben arrivata e si risparmi le querele. Si adoperi piuttosto per cambiare le leggi".  

Anche Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, ha commentato quanto accaduto a Bari. "D’Alema fu per un periodo il recordman delle querele contro i giornalisti: speravo che nel suo nuovo ruolo – dice Iacopino - non volesse confermare questo primato e confido che, superata l’irritazione del momento, capisca che non si può da una parte predicare il diritto dei cittadini a un’informazione libera e dall’altra cercare di limitare l’accertamento dei fatti con le minacce di querela. Quando a una domanda che offre la possibilità di rispondere e di chiarire tutto si replica con il preannuncio di una querela, c'è un problema. E il problema non è del giornalista, è del politico che si rende protagonista di questi siparietti”.  

Già ieri pomeriggio D'Alema è tornato a commentare il diverbio con il giornalista: ''Mi dispiace di essermi arrabbiato con un collega che ha sostenuto con incredibile disinvoltura che io utilizzo le convention del partito democratico per vendere il mio vino cosa che, se non fossimo in questo clima farebbe semplicemente sorridere'. Comunque metterei in guardia i giornalisti dal dichiarare o scrivere simili e palesi sciocchezze. E' evidentemente falso e diffamatorio dire che io sono stato beneficiario di bonifici per 85mila euro. La fondazione 'Italianieuropei' è una istituzione culturale che non è mia. Io sono soltanto il presidente pro tempore. Indicarmi come beneficiario di contributi è falso e chiaramente diffamatorio. La pazienza ha un limite".  (Mauro De Carlo)