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Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Tribunale Amburgo: Girone non rientra in Italia ma India non deve giudicare marò

E’ una decisione, quella del Tribunale internazionale del mare, che soddisfa solo a metà la richiesta dell’Italia sul caso dei due marò pugliesi Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. La buona notizia è che i giudici di Amburgo hanno chiesto di "sospendere ogni iniziativa giudiziaria in essere" e quindi sostanzialmente l’India non dovrà giudicare i due marò. Né i due possono essere processati nel frattempo in Italia. Il Tribunale del mare però all’Italia ha dato anche una brutta notizia: è stata respinta infatti la richiesta italiana di revocare le misure temporanee su Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Per i giudici "Spetta all’arbitrato internazionale dell'Aja decidere nel merito questa richiesta italiana". L'Italia aveva chiesto che si autorizzasse il rientro in patria di Salvatore Girone, ora in India, e la permanenza in Italia di Massimiliano Latorre, attualmente in convalescenza nella sua casa in Puglia. Il rientro in Italia per Latorre è stato quasi un atto dovuto considerato che costui fu colpito da un’ischemia quando era in India. In Puglia è in convalescenza e sotto controllo dopo aver subito un intervento al cuore. Il suo commilitone Salvatore Girone, invece, è rimasto nel frattempo in India. L’Italia ha chiesto il suo rientro in attesa della conclusione dell’esito dell’arbitrato internazionale dell’Aja. Come si ricorderà l'arbitrato internazionale è stato attivato su richiesta dell’Italia dopo il fallimento di estenuanti e lunghi negoziati (più di tre anni) con l'India. Il Tribunale del mare, in sostanza, ha detto di fermare ogni iter giudiziario nazionale in attesa del pronunciamento dei giudici dell’arbitrato internazionale e nel frattempo di non decidere azioni provvisorie come sarebbe il rientro temporaneo in Italia di Salvatore Girone. Sarà l'Aja a "giudicare nel merito del caso", in quanto il Tribunale del Mare "non considera appropriato prescrivere misure provvisorie" che "toccherebbero questioni legate al merito del caso". Insomma l’unica a poter entrare nel merito dell’intera questione e decidere sarà l’Aja.

Occorre evidenziare che la decisione del Tribunale del Mare non è stata unanime: 15 voti a favore contro 6. Il presidente del Tribunale, Vladimir Golitsyn, si è espresso a favore. Perché questa decisione? Quasi certamente per la necessità di preservare i diritti delle parti. Entro il 24 settembre Roma e New Delhi dovranno presentare un rapporto di "ottemperanza con le misure previste".

Va ricordato però che la Corte Suprema indiana per dopodomani, mercoledì 26 agosto, aveva programmato una nuova udienza nel quale avrebbe fissato ulteriori date del processo. Ora c’è da immaginare, ma soprattutto da sperare, che in considerazione di quanto stabilito dal Tribunale del Mare l’India fermi tutto. Che ciò accada è nella logica delle cose considerato che l'ordinanza di Amburgo è obbligatoria ma l’India ci ha abituato in queste tre ultimi anni a troppi colpi di scena.
Tante le reazioni a queste decisioni. Per il ministro degli Esteri Gentiloni: "E' un risultato utile, continueremo a lavorare per la libertà dei due fucilieri. E' un risultato utile perché ha stabilito in forma definitiva il principio molto importante che non sarà la giustizia indiana a gestire la vicenda dei Marò ma l'arbitrato internazionale. Il governo italiano resta impegnato sull'obiettivo nel corso della vicenda arbitrale per garantire la libertà ai due fucilieri. Continueremo a lavorare per questo obiettivo alla Corte arbitrale straordinaria che si riunirà nelle prossime settimane".

Parlando a Rimini, al meeting di Comunione e Liberazione, il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, ha ammesso che “L'Italia sperava diversamente. Avevamo chiesto altre cose, la sentenza non va nella direzione che avevamo richiesto". Per ora accontentiamoci del bicchiere mezzo pieno ma sarà dura spiegare questa visione al pugliese Salvatore Girone e ai suoi familiari. (Carmelo Molfetta)