Si è dimesso Silletti, commissario per la Xylella. E' indagato con altri 9
Giuseppe Silletti si è dimesso dall'incarico di commissario straordinario per l'emergenza Xylella. Il generale del Corpo Forestale dello Stato lo ha fatto comunicando questa decisione mediante una lettera inviata sia al capo del dipartimento della Protezione civile che al ministro per le politiche agricole e forestali, Maurizio Martina. Silletti ha motivato le dimissioni con l’impossibilità di proseguire il suo compito considerato che, sostanzialmente, non può più procedere con gli abbattimenti degli ulivi in quanto tutti gli alberi destinati all'eradicazione in provincia di Brindisi e Lecce sono ora sequestrati per effetto di un decreto della Procura di Lecce. Silletti, inoltre, proprio dalla Procura di Lecce è ora indagato, sulle responsabilità del propagarsi della Xylella, insieme ad altre nove persone.
I reati contestati al commissario Silletti e agli altri (ricercatori, docenti universitari, funzionari della Regione Puglia e componenti dell’Osservatorio fitosanitario regionale) sono di diffusione di una malattia delle piante, violazione dolosa delle disposizioni in materia ambientale, falso materiale commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici, falso ideologico, getto pericoloso di cose, distruzione o deturpamento di bellezze naturali. I reati sarebbero stati commessi dal 2010 ad oggi. Perché la Procura salentina ha emesso il decreto di sequestro preventivo? Perché ritengono che non vi è un nesso causale tra i fenomeni di disseccamento e l'infezione da Xylella fastidiosa.
Nel frattempo il governatore della Puglia, Michele Emiliano, ha chiesto alla Procura di Lecce di essere sentito come persona offesa dal reato e per indicare documenti, fonti di prova e argomenti che necessitano di approfondimento istruttorio. “Ho chiesto – ha detto Emiliano - di acquisire formalmente copia del decreto di sequestro preventivo e degli atti sui quali quest’ultimo è fondato e dove non sussiste più il segreto istruttorio ai sensi dell’articolo 329 del codice di procedura penale”. (Giancarlo Vincitorio)
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