Sabrina Misseri potrebbe tornare libera per decorrenza termini ad ottobre. Nel frattempo chiede di lavorare in una comunità diocesana
Sabrina Misseri potrebbe tornare in libertà nonostante sia stata condannata all'ergastolo sia in primo che in secondo grado di giudizio. Potrebbe uscire dal carcere di Taranto, dove si trova rinchiusa dal 15 ottobre 2010, se entro il 15 ottobre di quest'anno non ci sarà sentenza definitiva. Tornerebbe libera, in tal caso, per decorrenza termini.
Nel frattempo Sabrina Misseri, accusata con la mamma Cosima Serrano, di aver ucciso la parente 15enne Sarah Scazzi, ha chiesto di poter essere utile, di lavorare in una comunità diocesana di Fabriano. Comunità specializzata nell'accoglienza e riabilitazione di persone disagiate. Ad una prima richiesta degli avvocati hanno ricevuto risposta negativa dalla Corte d'Appello. Ma i legali di Sabrina Misseri, cioè Franco Coppi e Nicola Marseglia, ora insistono e per questo hanno presentato ricorso al Trinunale d'Appello. Per offrire il suo lavoro di volontariato in comunità all'ergastolana 28enne dovrebbero essere concessi, necessariamente, gli arresti domiciliari. Il 4 aprile la Corte d'Appello aveva motivato il diniego sostanzialmente dichiarando che gli arresti domiciliari non risultavano adeguati a "contenere i prevedibili impulsi aggressivi della Misseri".
l ricorso presentato dai difensori di Sabrina Misseri trova fondamento dalle sentenze della Corte di Cassazione in riferimento alla disciplina delle misure cautelari personali, ma anche sulle ragioni umanitarie che imporrebbero una diversa considerazione della posizione dell’imputata. Sabrina, infatti, è il caso di ricordare è ancora soltanto imputata e non può in nessun caso essere ritenuta colpevole dell'omicidio di sua cugina Sarah Scazzi in quanto le sentenze di condanna non sono diventate definitive. Insomma, sino all'ultimo grado di giudizio deve valere la presunzione di innocenza.
La prima istanza degli avvocati Coppi e Marseglia – è opportuno ricordarlo – fu rigettata in quanto venne ritenuta adeguata la misura della detenzione in carcere. Per i suoi legali la detenzione in carcere di Sabrina è da considerare invece “forzata”: non può essere definita eternamente «socialmente pericolosa», in assenza di fatti che la “dipingano” come fonte permanente di pericolo per gli altri, nè può patire la sussistenza di esigenze cautelari da preservare in assenza di circostanze che impongano la necessità di tutelarle.
L’avvocato Marseglia ha polemicamente commentato che «non v’è chi non veda come la permanenza in carattere di Sabrina Misseri sia, allo stato, determinata esclusivamente dalla severa condanna riportata; circostanza che, invece di esaurire la sua inequivoca valenza cautelare sul piano della gravità indiziaria, viene sistematicamente opposta anche a sostegno della inalterata permanenza delle esigenze cautelari, apparentemente integrata da motivazioni specifiche, ma invero più tautologiche ed euristicamente ispirate”. (Rezarta Tahiraj)
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