Riordino ospedaliero, Cisl: "C'è carenza di personale"
L’approssimarsi del piano di riordino ospedaliero non può che porre, come punto di partenza, l’attenzione sul problema principe di una azienda che eroga servizi alla persona, la ASL.
Qualsiasi essa sia la visione strategica che il management della Asl Br abbia, l’atavica carenza di personale sanitario medico e non medico, professionalizzato e non, pone un freno importante a qualsivoglia ipotesi progettuale.
Il servizio al bene primario della persona non può prescindere da un adeguato rapporto tra popolazione da assistere/curare e personale dedicato alla stessa, è noto da anni, purtroppo, che il rapporto tra la popolazione brindisina e il personale sanitario è il più basso del Paese condizione questa che inficia, così come evidenziato dal rapporto stilato dalla Scuola ”Sant’Anna” di Pisa, il buon andamento del servizio salute nella provincia Brindisina.
Malgrado la determinazione, corroborata dallo spirito di abnegazione del personale tutto, risulta evidente che non si possono migliorare i percorsi assistenziali sia ospedalieri che domiciliari, che hanno fatto indossare alla Asl Br la maglia nera della Regione Puglia.
Non è possibile attuare una riduzione significativa dell’ospedalizzazione, soprattutto per i ricoveri ad alto rischio inappropriatezza, ridurre le degenze medie, migliorare potenziando le cure domiciliari (vedi il percorso BPCO), migliorare il percorso frattura del femore, con l’esiguo numero di personale impiegato.
Come noto, gli obiettivi comuni fissati dalla Regione Puglia, sono il potenziamento degli screening oncologici, il miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva e riduzione della spesa per l’assistenza farmaceutica, il potenziamento dei piani vaccinazioni, la riduzione dei ricoveri inappropriati con potenziamento dei servizi territoriali anche attraverso il rilancio della collaborazione con la medicina generale. Obiettivi questi raggiungibili con il personale dedicato.
A pensare male non fa male, recitava un vecchio adagio, non vorremmo che questa vacanza numerica di personale possa essere prodromica ad un funzionale “accorpamento” delle Unità Operative tale da prefigurare una vera e propria chiusura delle stesse prima e degli Ospedali dove sono allocate.
La scrivente, invece, ritiene che l’attuale “geografia” degli ospedali della provincia risponda in maniera organica alle richieste che pervengono dal territorio, con il quale si deve stringere un patto di buon lavoro, sinergia questa che permetterebbe di risalire la china di quella classifica indecorosa che vede la Asl del territorio brindisino agli ultimi posti.
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