Dom24112024

Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Gasdotto TAP: governo Renzi non vuole scelte alternative

“La Regione Puglia si appresta a negare l’intesa sull’approdo del gasdotto TAP nella Marina di Melendugno, a San Foca”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ha commentato l’esito della riunione del tavolo tecnico, convocata ieri a Roma, a seguito della rimessione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico del procedimento TAP.

“Registriamo - ha spiegato Vendola – da parte del tavolo tecnico convocato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri una indisponibilità sostanziale a valutare localizzazioni alternative, nonostante la disponibilità manifestata da alcuni territori che ponevano come unica condizione la conoscenza del progetto, delle compensazioni e la verifica del consenso da parte delle comunità locali”.

Per Vendola “la sequenza di riunioni del tavolo tecnico appare soltanto come il tentativo di prendere tempo e perdere tempo su una decisione che evidentemente era stata già assunta”.

“La Regione Puglia, da parte sua – ha aggiunto Vendola - non ha mai inteso negare al Governo centrale le sue prerogative in materia di scelte energetiche strategiche e non ha mai innalzato i vessilli di una contrapposizione ideologica. Ha posto solo e soltanto due condizioni imprescindibili: la validazione scientifica e ambientale da un lato e la validazione democratica dall’altro”.

“Sulla prima condizione – ha spiegato il presidente Vendola – basta riferirsi all’argomentato parere negativo del Ministero dei Beni Culturali oltre che al parere negativo della VIA regionale. Sulla questione invece del consenso si registra, con tristezza, una pesante campagna lobbistica che si rivela la negazione di un processo di legittimazione democratica. Nel momento in cui dovesse essere formalizzata la decisione dell’approdo TAP a Melendugno – ha concluso Vendola – la Regione Puglia reagirà con tutti gli strumenti a sua disposizione”.

Nel frattempo il dipartimento amministrativo della presidenza del Consiglio, per preparare l’atto che sarà approvato da Consiglio dei ministri e renderà il gasdotto cosa assolutamente certa e definire la località di San Foca (Comune di Melendugno, nel Salento) punto di arrivo del “serpentone” energetico, convocherà dopo Pasqua una riunione con i ministeri interessati, dallo Sviluppo economico all’Ambiente. Il Governo entro aprile delibererà la scelta di San Foca autorizzando la società Tap alla costruzione dell’opera. Un'opera ritenuta dal Governo Renzi strategica per l'Italia: al 2020, con un investimento complessivo di 40 miliardi di euro, farà arrivare dall’Azerbaijan, attraversando Grecia, Albania e Mar Adriatico, 10 miliardi di metri cubi di gas. Quantitativo che il progetto TAP prevede anche di raddoppiare nel tempo.

Che ora non ci sia più spazio per il dialogo sul cambio della località di approdo pugliese appare evidente e quindi risulta addirittura strumentale, demagogica o quanto meno tardiva la posizione assunta dalla Regione Puglia e in particolare dal suo governatore Vendola. L'ipotesi di siti alternative a San Foca sono stati indicati, in modo poco convinto, dalla Regione Puglia soltanto sei mesi fa (Brindisi, Torchiarolo, San Pietro Vernotico e Otranto) ma l’indisponibilità proprio di quei Comuni ha reso la questione chiusa in partenza. C'è da chiedersi a questo punto cosa sarebbe cambiato se la battaglia per una scelta diversa da San Foca fosse stata intrapresa dalle istituzioni per tempo? (Giancarlo Vincitorio)