La Puglia non è la discarica dell'Italia. Protesta presidente Introna
“La Puglia non è la discarica dell’Italia, tantomeno Altamura e l’Alta Murgia. Il Mezzogiorno non può essere il tappeto sotto cui nascondere la spazzatura radioattiva delle lampadine accese altrove”. Il presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna dichiara ferma opposizione ad ogni ipotesi di localizzazione nel territorio pugliese di un deposito nazionale di stoccaggio delle scorie nucleari.
Si attende a breve, a cura dell’Ispra, la diffusione della mappa delle aree potenzialmente adatte ad ospitare siti di smaltimento di quei rifiuti speciali. La Puglia, con Basilicata, Lazio, Marche, Toscana e Veneto è tra le regioni indiziate.
“Ma non si decide sulla testa del Sud e della Puglia”: l’indicazione tecnica dovrebbe aprire la strada al successivo lungo iter decisionale governativo e proprio in previsione di queste scelte, il presidente Introna chiede la più ampia partecipazione delle Istituzioni, degli enti locali, dei movimenti ambientalisti e popolazioni alle determinazioni che sottoporranno i territori interessati ad un impatto certamente pesante.
“Non capisco cosa abbia diretto l’attenzione dell’ISPRA verso l’Alta Murgia, territorio tutelato da un grande Parco nazionale, autentico paradiso della biodiversità. Comunque, i siti vanno individuati insieme alle Regioni, “questo lo tenga ben presente qualsiasi Governo nazionale, presente e a venire, visto che si parla del 2024 come data di riferimento per il progetto”. E la Puglia ha già detto la sua: il presidente del Consiglio regionale ricorda la moratoria nucleare condivisa fin dal 4 dicembre 2009 dall’intero parlamento pugliese, con la legge regionale approvata all’unanimità, che preclude l’installazione in Puglia di centrali nucleari e depositi di rifiuti radioattivi”.
Sorvolando sui rifiuti speciali tombati da anni nel territorio pugliese per le attività illecite della criminalità, “la nostra regione offre già alla produzione italiana di energia un contributo che va ben oltre il fabbisogno locale, superando la quota dell’80% di elettricità prodotta per tutto il Paese dalle centrali pesanti di Brindisi e Taranto, che bruciano combustibili fossili”. E questo mentre l’Italia è ancora sprovvista di un piano energetico nazionale. “Tanto per appesantire uno sforzo già impegnativo, vogliono trasferirci anche le scorie nucleari. Agli altri i benefici energetici a noi i rifiuti: non c’è reciprocità – fa notare il presidente Introna – noi non esportiamo le ceneri e le polveri sottili di Cerano e dell’Ilva, le respirano i cittadini di grandi zone circostanti e ci teniamo pure i tumori provocati da inquinanti così aggressivi”.
I governi regionali di centrosinistra hanno scelto le energie alternative per la nostra regione, “facciamo già fatica a mantenere ecocompatibili produzioni così impegnative, se poi vogliono trattare il territorio pugliese da discarica l’ingiustizia è completa: la Terronia va bene al Nord solo per qualche giorno di vacanza, per il resto può diventare l’immondezzaio del Paese. Ma la Puglia non ci sta: l’ISPRA, Palazzo Chigi e il Parlamento nazionale sono avvertiti”.
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