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Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Invasione storni. Amati:"Provvedere in fretta"

“È necessario sapere a che punto siamo con lo studio di monitoraggio per consentire il prelievo in deroga dello sturnus vulgaris. Per questo ho chiedo l'audizione in IV Commissione dell'assessore regionale all'agricoltura e dei vertici dell'Ateneo e della facoltà di agraria di Bari”.
Lo dichiara il Consigliere regionale Fabiano Amati dando voce, in questo modo, alle preoccupazioni degli agricoltori pugliesi che sollecitano da tempo soluzioni immediate per limitarne i danni nelle campagne.
“La riunione della IV Commissione - fa sapere Amati - sull'argomento è già stata convocata dal Presidente Donato Pentassuglia per lunedì prossimo. Il motivo della fretta, come si può intuire, consiste nel cercare di rendere utile la disposizione legislativa approvata qualche settimana fa, considerato che la stagione dell'invasione degli storni è già cominciata. Ritardare negli adempimenti amministrativi significherebbe perdere anche quest'anno una parte notevole dei raccolti agricoli”.

Lo storno è originario dell’Eurasia e dell’Africa settentrionale ma è stato portato ovunque ed ora, grazie alla sua adattabilità, si è ambientato perfettamente anche in Puglia. Vive nelle campagne ma anche nelle città e nei villaggi. Durante l'estate predilige luoghi che presentino cavità per nidificare. È stato inserito nell'elenco delle cento specie tra le più invasive al mondo. E di questo, purtroppo, si sono resi conto, a loro spese, gli agricoltori pugliesi che si vedono, ogni anno sempre più, danneggiare per i “saccheggi” dei prodotti in maturazione. Colture che vengono flagellate dall’invasione dello storno.

La caccia allo storno non è proprio facile da attuare perché vi è un direttiva comunitaria che lo inserisce tra le specie in estinzione in alcune parti d’Europa. E’ un provvedimento che comprende anche l’Italia, dove però lo storno non solo non è a rischio, ma è in costante crescita, al punto da minacciare la biodiversità, proprio a causa dei danni ambientali che sta provocando. La disposizione legislativa approvata nelle scorse settimane apre le possibilità, in deroga, al prelievo del volatile. in Tra l’altro questo specie, come è stato possibile accertare in Puglia - colpisce in particolare colture ad alto valore aggiunto e ad alta intensità di manodopera, come vigneti e uliveti le colture orticole, prima fra tutte il pomodoro, mettendo a rischio il reddito delle imprese e l’occupazione. Se in Puglia la soluzione sembra vicina nel resto dell'Italia il problema potrebbe esser risolto reinserendo lo storno tra le specie cacciabili facendone richiesta motivata all’Unione europea entro la fine del 2015.
Le imprese agricole sono penalizzate da due fattori: il primo è la difficoltà di contenere la sempre più rapida diffusione di questi uccelli, che si contano ormai in termini di milioni di esemplari; il secondo è la difficoltà ad ottenere i risarcimenti dagli enti pubblici, che hanno ancora tempi lunghi. E in Puglia questi tempi, chissà perché, sembrano essere ancora più lunghi. (Cosima Miacola)