Dom24112024

Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

La scoperta scientifica confermata in un incontro con esponenti del M5S

“Si chiama lactoperossidasi, è un enzima che si trova nel latte e che in vitro è riuscito a neutralizzare il batterio Xylella. È una scoperta straordinaria che potrebbe cambiare le regole del gioco imposte da Bruxelles nella lotta al patogeno, liberandoci finalmente da pesticidi ed eradicazioni inutili" lo dichiara il consigliere regionale del M5S, Cristian Casili.
L'illustrazione delle proprietà dell'enzima è stata al centro della tavola rotonda a Bari promossa dall’Europarlamentare M5S Rosa D’Amato in collaborazione con i colleghi Sen. Daniela Donno e del consigliere regionale Cristian Casili, nel corso della quale per la prima volta sono stati resi pubblici i risultati di un importante studio del Laboratorio Agrobiotech Gembloux dell’Università di Liegi e che ha visto il confronto proficuo e costruttivo di ricercatori e istituzioni coinvolte nella difficile gestione  della problematica del disseccamento degli ulivi salentini.
Esprime soddisfazione Casili, che ha criticato più volte il monopolio della ricerca di CNR, Università di Bari e Istituto Basile-Caramia. I pentastellati che si sono occupati della problematica e che si sono spesi in questi anni, sottolineano gli sforzi compiuti sino ad oggi per allargare la ricerca coinvolgendo altri istituti nazionali ed internazionali con l'obiettivo di realizzare un approccio multidisciplinare. All’interno del gruppo di lavoro della Agrobiotech vi sono infatti batteriologi, epidemiologi, microbiologi del suolo, fisiologi delle piante ed agronomi esperti nella gestione e coltivazione sostenibile delle colture arboree.
"Se i test - prosegue Casili -  dovessero confermare la capacità dell’enzima nel traslocare all’interno dei vasi xylematici saremmo a un passo storico nella lotta per debellare il batterio, i presupposti ci sono perché gli stessi ricercatori hanno già verificato la capacità della vite, del pomodoro e degli agrumi di assorbire l’enzima all’interno dei propri vasi. Sappiamo - continua il vicepresidente della Commissione regionale Ambiente - che l’ulivo ha vasi xylematici più piccoli rispetto alle colture saggiate, ma i ricercatori sono fiduciosi data la semplicità molecolare dell’enzima e la capacità di essere trasportato nelle piante. Del resto il sistema perossidasi - evidenzia - è noto da tempo anche nell’uomo e in tutti gli animali dove riesce a neutralizzare virus e batteri gram-negativi”.
I pentastellati fanno sapere che continueranno a seguire e promuovere la ricerca a 360° al fine di scongiurare ipotesi sciagurate come l’espianto e il reimpianto di nuove cultivar più resistenti, e di salvaguardare così il patrimonio olivicolo pugliese e la sua biodiversità. “Al presidente Emiliano - conclude Casili - chiediamo di non farsi condizionare da una unica campana e di guardare con attenzione ai risultati che da qui ai prossimi mesi potrebbero cambiare per sempre la strategia di contenimento del patogeno, che fino ad oggi si è dimostrata del tutto fallimentare".