nuovo calendario venatorio e nuove regole per la caccia in Puglia
In Puglia è in vigore un nuovo programma venatorio. Di conseguenza arrivano regole e tempi certi per gli oltre 22.600 cacciatori pugliesi e per le aree sottoposte a tutele e interdizioni all’attività venatoria.
Iniziamo dalle date certe: l’avvio della stagione è fissato al 21 settembre e terminerà al 31 gennaio 2015.
Si tratta sostanzialmente del risultato di confronti avuti con tutte le parti in causa: mondo tecnico-scientifico, rappresentanti delle associazioni venatorio e mondo ambientalistica. Nel 2013, secondo la relazione allegata al provvedimento regionale, si è assistito ad un lieve calo dei capi abbattuti rispetto agli anni precedenti. Condizione probabilmente dovuta alla diminuzione del numero di cacciatori regionali che nell’ultimo decennio risulta essersi ridotta del 25%. L’analisi coordinata dall’Osservatorio Faunistico Regionale, mette in evidenza anche una presenza continua sul territorio regionale, durante la stagione venatoria di fauna selvatica delle specie cacciabili, in particolare di “turdidi”, “beccaccia”, “colombaccio” e di quelle stanziali come volpi e cinghiali. Per quest’ultima specie, pur non avendo una stima sulla densità di popolazione presente sul territorio regionale – dice l’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni – siamo in grado di parlare di un esubero rispetto alle densità ottimali, proprio in virtù delle innumerevoli richieste di risarcimento danni avanzate dagli agricoltori, specie nelle provincie di bari, Taranto e Foggia.
Allo stato attuale – si legge nella nota di accompagnamento allegata al programma venatorio - l’Osservatorio Faunistico Regionale rimane in attesa di conoscere i dati relativi allo studio del monitoraggio sulla fauna migratoria e stanziale, intrapreso dalle Province, salvo alcuni casi, più volte richiesti e sollecitati dal Servizio Caccia e Pesca Regionale, riservandosi la predisposizione di “Piani di Gestione” delle specie di fauna selvatica, ai sensi e per gli effetti delle vigenti normative e relative indicazioni in merito.
L’insieme dei dati rivenienti dall’elaborazione dei tesserini venatori e dagli studi di monitoraggio della fauna confluiranno in una banca dati che porrà la Struttura tecnica regionale nelle condizioni di studiare, in maniera più puntuale, la fenologia delle migrazioni e la densità di popolazione delle specie selvatiche.
La stessa si riserva di farlo quanto prima in base al materiale in possesso e di quello in via di acquisizione dalle Province e dagli Osservatori Faunistici provinciali. Le Zone di protezione della fauna selvatica (Oasi di protezione e Zone di ripopolamento e cattura), i Centri pubblici e le altre aree in cui è vietato l’esercizio venatorio nonché le zone a gestione privatistica sono individuate dal Piano faunistico venatorio regionale.
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