In Fiera del Levante le accuse di Emiliano contro Renzi sui danni dell'Ilva alla salute e all'ambiente
“I decreti legge, ben dieci, che consentono alla fabbrica sequestrata di continuare a uccidere rendono inefficace il sequestro da parte della magistratura che procede per il reato di avvelenamento di sostanze alimentari, reato doloso gravissimo come quello di strage e quindi di competenza della Corte d’Assise di Taranto”. Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, attacca così Renzi che lo guarda serio alla cerimonia di inaugurazione della Fiera del Levante. La sintesi di questo discorso è che Emiliano dice in modo chiaro che è colpa del Governo Renzi se l'Ilva “continua a uccide” a Taranto. Un'accusa grande come un macigno anche per aver sottratto il problema alle inchieste della magistratura.
La Puglia così – secondo Emiliano - “è gravata non solo dai lutti (e basterebbe), ma anche dai costi supplementari delle cure e dal disagio ulteriore di chi deve – per salvarsi dall’inquinamento e dalle malattie mortali da questo procurate – andare fuori regione per curare molto spesso i propri bambini”.
E Renzi ha trovato il modo per replicargli: “Credo che l'idea di un Mezzogiorno deindustrializzato sia un tragico e clamoroso errore. La storia dell'Ilva e dei decreti legge comincia molto prima del mio governo, è una storia di mancati controlli da parte di istituzioni locali e nazionali. Un Sud deindustrializzato soltanto per offrire una bella vacanza o una bottiglia di vino è rischioso”.
Il discorso di Emiliano era più ampio. Il governatore della Puglia ha infatti detto anche che “sembra giusto concedere a Taranto – in anticipazione alle somme che Stato italiano certamente dovrà pagare a titolo risarcitorio alla comunità locale che ha fatto ricorso (per l'inquinamento a Taranto) all’Alta Corte di Giustizia Europea - una deroga alla assunzione di personale (ospedaliero) ed ai limiti del DM70 per un ammontare almeno pari a 50 milioni di euro all’anno, visto che lo Stato per sostenere la produzione Ilva da qualche anno sta sopportando perdite che taluni autorevoli osservatori ritengono ammontare a 50 milioni di euro al mese”. Sì la cifra è la stessa ma nel primo caso l'arco temporale è di un anno nel secondo è di un solo mese.
Ma non solo accuse. Emiliano ha detto fa anche proposte proprio su Ilva. Ad esempio “occorrono le deroghe da me già richieste – ha affermato il governatore della Puglia - alla Commissioni parlamentari competenti in occasione della discussione degli emendamenti in sede di conversione dell’ultimo dei dieci decreti Ilva, quello che dovrebbe favorirne la vendita a privati per far cessare le perdite in danno dello Stato”.
Infine, sempre su Ilva, lunedì Emiliano farà partire, con destinatario Renzi, un rapporto specifico: “Il rapporto lo trasmetterò lunedì anche a lei in modo che possa studiarlo assieme alla proposta di decarbonizzazione dell’Ilva e della centrale Enel di Cerano a Brindisi che le ho mandato nell’autunno dell’anno scorso per la quale sono in trepidante attesa di una risposta”.
Sì perché il discorso di Emiliano in tema di salute e ambiente non è stato incentrato solo sull'Ilva ama anche sulla possibilità di decarbonizzare la centrale Enel di Cerano e di spostare il gasdotto di Tap dalla località San Foca ad altra zona della Puglia. L'ipotesi del Governatore è di accorciare così a terra 60 km di scavi per la condotta e per fornire combustibile ecologico alla centrale elettrica brindisina. (Giancarlo Vincitorio)
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