Prospettive per pesca e turismo in Puglia
Il mare, le potenzialità collegate alla sua filiera, la pesca, l’acquacoltura e la mitilicoltura. Al Salone dell’Agroalimentare (pad. 18) della Fiera del Levante oggi è andato in scena il modello proposto dalla Regione Puglia, con importanti novità non soltanto legate al sostegno alla produzione, ma anche con gli innegabili risvolti di appeal turistico di questo settore.
Per la prima volta nell’ambito dell’esposizione barese l’Assessorato propone una intera giornata dedicata al mare sviluppando il tema su tutti i fronti che riguardano le politiche di settore – spiega l’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni nella conferenza stampa che ha preceduto il talk show condotto da Nicola Prudente, in arte Tinto della trasmissione Rai “Un pesce di nome Tinto”.
Politiche che vanno dall’integrazione territoriale e costiera che sarà inaugurata nel prossimo Programma di Sviluppo Rurale tra GAL (Gruppo d’Azione Locale) e GAC (Gruppo d’Azione Costiero), ma anche da importanti novità introdotte dai programmi europei relative al ricambio generazionale, all’innovazione e al connubio sempre più stretto tra il mondo della pesca (nel suo ruolo di difesa dell’habitat marino) e quello legato alla salvaguardia ambientale.
Gli oltre ottocento chilometri di costa della nostra regione ci richiamano ad una gestione più attenta della risorsa mare – ha detto ancora Nardoni – considerato anche l’impegno che l’Europa ci chiede di assumere nello sforzo di pesca e nella capacità di modernizzare questo settore che in Puglia ha ancora ampi margini di crescita e potenziamento.
Si è parlato dunque di competitività, di ristrutturazione e riorientamento delle attività economiche legate al settore ma anche di buone pratiche già in atto.
Una su tutte e che contribuisce notevolmente alla diversificazione del reddito dei pescatori pugliesi è legata al settore del pesca-turismo.
Abbiamo già una flotta cospicua in Puglia che svolge attività di pesca turismo – ha dichiarato Nardoni – ma sentivamo l’esigenza di normare questa attività anche per garantire che la stessa fosse resa realmente dai pescatori e si svolgesse proprio con le caratteristiche tipiche di questo servizio a metà tra turismo ed esperienza di lavoro in mare.
In quest’ottica nei mesi scorsi è stato presentato un disegno di legge dedicato al Pesca e Itti Turismo. La proposta già passata al vaglio della Giunta regionale è ora in discussione nelle apposite commissioni consiliari.
Il disegno di legge redatto con il contributo delle associazioni di categoria e il supporto scientifico dell’Università degli Studi di Bari, apporta novità importanti.
Innanzitutto estendiamo la possibilità di fare turismo non solo in mare ma anche nei luoghi tipici della pesca in Puglia – dice l’assessore regionale – e ci riferiamo dunque anche alle abitazioni dei pescatori e ai luoghi di ricovero della flotta di imbarcazioni. Ciò vuol dire che per rispondere meglio alle esigenze di ospitalità rendiamo finanziabili anche tutti gli accorgimenti infrastrutturali per rendere quei luoghi un bel posto dove dormire o mangiare.
Una novità che dunque prova ad andare oltre e a guardare alla riqualificazione degli antichi borghi marinari.
Penso alla mia città, Taranto – dice Nardoni – e al grande patrimonio architettonico custodito dalla città vecchia, ma la stessa cosa vale per Gallipoli, Monopoli, Manfredonia, giusto per citarne alcuni. Con questa legge diciamo ai pescatori che li aiutiamo a rimettere in sesto le loro case e contemporaneamente contribuiamo ad allontanare abbandono e degrado da alcuni dei luoghi più belli della nostra regione.
La legge sul pesca e itti turismo introduce anche la figura della barca didattica dedicata alla divulgazione della cultura del mare tra i bambini e i ragazzi.
Nel corso del talk show presentate anche le buone pratiche di tre casi di successo del settore: la Masseria didattica ittica Porto Vento, impegnata anche nelle attività di acquacoltura con la produzione di orate, spigole e ombrine nella marina di Ugento; lo straordinario esempio di pesca sostenibile e tutela ambientale della comunità di pescatori che opera sui 2200 ettari di riserva marina di Torre Guaceto; e il progetto innovativo del recupero dell’ostricoltura a Taranto, dove nella rada di Mar Grande in acque di categoria A sta rinascendo ad opera di una cooperativa di mitilicoltori l’antica coltura dell’ostrica autoctona del Mediterraneo (Ostrea Edulis). Un progetto già attenzionato dai mercati internazionali perché rischia di compromettere per sempre il monopolio francese sul mercato di questo pregiato frutto di mare.
Mare ma anche educazione alimentare con il contributo della veterinaria Valentina Tepidino che ha parlato delle proprietà nutritive del buon pescato pugliese e della necessità di recuperare una tradizione gastronomica ad esso collegata.
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