Proteste i 350 hotspot del 5G che saranno installati nelle strade di Lecce
"In assenza di certezze sull'incolumità del 5G meglio rinunciare" dice Giancarlo Vincitorio, esponente regionale di Vox Italia in Puglia. A Lecce domani la società civile si mobilita mandando in piazza Sant'Oronzo i propri rappresentanti, associazioni e movimenti d'opinione, con mascherine e rispettando le distanze interpersonali come da regole anticoronavirus. A Lecce il sindaco Carlo Salvemini ha in progetto di installare oltre 350 hotspot in altrettante strade della città per diffondere il 5G. "Ovviamente il progetto 5G inciderà - afferma Vincitorio - nell'incrementare i già alti livelli di inquimamento elettromagnetico e purtroppo i rischi ipotizzabili sulla salute dei cittadini".
A conferma che il contrasto al 5G è corale sono molte le associazioni e i movimenti che, in rappresentanza della società civile, parteciperanno al Flash-Mob in piazza Sant’Oronzo organizzato per domani, 21 giugno, a Lecce, alle ore 10.
In particolare c’è da segnalare il Codacons, cioè il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori, con la presenza del presidente, avvocato Cristian Marchello, e il responsabile dell’ufficio legale, avvocato Pietro Mongelli. Poi Allenanza italiana Stop 5G, #stop5G, Acrep (Association for Citizens Rights and Environmental Protection) e altri non meno importanti come ad esempio Vox Italia. Al Falsh-mob sono stati invitati anche di alcuni sindaci o loro delegati in rappresentanza di quei Comuni salentini che hanno emanato l’ordinanza di divieto al 5G applicando il principio di precauzione. "La partecipazione è libera -spiega Giancarlo Vincitorio - nel senso che chi è contro il 5G e non vuole che sia realizzato a Lecce e nei comuni della sua provincia può partecipare al flash-mob". E adesioni in tal senso si stanno registrando anche da esponenti di più movimenti politici nonostante la manifestazione non abbia una matrice politica essendo espressione della società civile.
E’ da citare, tra tutti, il sindaco Stefano Minerva che con un post sulla sua pagina ufficiale di facebook ha dichiarato che il Comune di Galipoli non ha rilasciato alcuna autorizzazione per la tecnologia 5G.
Occorre ricordare che in Italia sono già 346 i sindaci che hanno emanato ordinanze urgenti e con tingibili fermando il pericolo del wireless di quinta generazione e 520 sono i Comuni d’Italia che hanno approvato atti amministrativi precauzionali per non esporre la popolazione ai rischi della sperimentazione 5G. Tra questi ci sono anche molti sindaci salentini: Stefano Prete, (sindaco di Parabita), Ernesto Toma (sindaco di Maglie), Giuseppe Tanisi (sindaco di Taviano), Renato Rizzo (sindaco di Alliste), Giorgio Toma (sindaco di Matino), Alessandro Conte (sindaco di Melissano, Lorenzo Ricchiuti (sindaco Morciano di Leuca), Racale (sindaco Donato Metallo), Neviano (sindaca Silvana Cafaro), Aradeo (sindaco Luigi Arcuti), Nociglia (sindaco Massimo Martella), Alezio (Andrea Vito Barone), Galatone (sindaco Flavio Filoni) e Ruffano sindaco Antonio Rocco Cavallo).
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