Vincitorio: per il rilancio di Parco Dune necessario un direttore autorevole scelto per meritocrazia
Non piacciono a Giancarlo Vincitorio, massimo referente in Puglia di Alleanza Italiana Stop 5G, le procedure che si stanno compiendo ai vertici gestionali del Parco delle Dune costiere per l'assunzione di un nuovo direttore.
La situazione da analizzare è questa: due mesi fa si concludeva la selezione per il nuovo direttore del Parco delle Dune costiere. Veniva individuato come vincitore dalla commissione il dott. Teodoro Andrisano, già ai vertici del Parco Nazionale della Maiella e iscritto all’albo ministeriale per i direttori di Parchi nazionali , con una solida e riconosciuta esperienza a livello nazionale, autore di numerose pubblicazioni scientifiche e professore a contratto in vari corsi universitari per materie connesse alla protezione dell’ambiente. Successivamente Andrisano veniva proclamato formalmente vincitore del concorso e invitato alla firma del contratto di lavoro, che, come da bando, era relativo alla figura professionale della categoria “D” del contratto collettivo nazionale degli Enti Locali. Il 7 dicembre si apprende da una determina a firma del direttore pro tempore, ing. Francesco Leone, che a causa della mancata firma da parte di Andrisano del contratto di lavoro proposto, si procedeva allo l’assunzione del secondo in graduatoria.
Ma cosa è successo? Vincitorio dice la sua: “sembra che la difficoltà nella firma del contratto da parte del vincitore del concorso sia dovuta alla proposta contrattuale del Parco, che limitava il compenso di funzionario di categoria “D“ al solo stipendio tabellare minimo, escludendo il cosiddetto salario accessorio previsto dal contratto nazionale che, come sa qualsiasi dipendente pubblico, fa parte integrante della retribuzione”.
Di fronte a questa penalizzazione, anche della figura stessa del direttore, sorge spontaneo porre alcune domande agli amministratori del Parco considerato che si tratta pur sempre di soldi pubblici. E’ possibile fare un’operazione di questo tipo, soprattutto se lo stesso statuto del Parco e il relativo regolamento di organizzazione prevedono per il ruolo di direttore addirittura una figura dirigenziale? Ma soprattutto, in cosa consisterebbe il vantaggio per il Parco il prevedere la retribuzione di un neolaureato appena assunto per un ruolo come quello in questione? Non certo economico, visto che la completa attuazione del CCNL comporterebbe, soprattutto se riferito a un contratto part-time, una differenza di poche migliaia di euro, una frazione di quello che il Parco spende ogni anno per consulenze esterne.
La conclusione di Vincitorio: “Non sarebbe logico (a proposito di premiare il merito) puntare su una figura professionale con esperienza pluridecennale in gestione effettiva di aree protette e di fondi pubblici, estranea a beghe e logiche a livello locale e regionale e con una decisa caratterizzazione ambientalista per il rilancio di un Parco che dopo 13 anni è rimasto soprattutto sulla carta e che non riesce neanche a spendere i fondi assegnati?”
Il referente regionale di Alleanza Italiana Stop 5G è chiaro nell’indicare la strada da percorrere per il rilancio di quel Parco: “si dovrebbe finalmente dare al Parco, con una gestione dinamica e competente, quel ruolo – conclude Vincitorio - di catalizzatore di iniziative di carattere ambientale e territoriale (anche a livello provinciale) che potrebbe avere”. (Rezarta Tahiraj)
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