Assolto ex militante pdl che di notte citofonò a casa di Vendola
Nichi Vendola è riuscito a fare individuare e processare chi in una notte del 2010, il 30 dicembre, citofonò alla sua casa di Terlizzi. A cinque anni da quell'episodio, il "citofonista", un ex militante del PDL, è stato assolto perché, secondo i giudici, "il fatto non sussiste". In aula di tribunale, dopo che i carabinieri riuscirono a individuare l'autore di quella "bravata" notturna, c'è finito Pierre Parisi. Vendola nello sporgere denuncia contro ignoti dichiarò che in quella circostanza di spaventò molto e che a causa dello spavento pure inciampò e cadde per le scale. Pierre Parisi, che ora è consigliere comunale a Terlizzi per il Nuovo Centrodestra, evidenzia che se non si fosse trattato della casa di Vendola quasi certamente non ci sarebbe stata nessuna denuncia e neppure alcun processo. Infatti chissà quante volte questi episodi, che comunque vanno considerati certamente stupidi, sono accaduti.
Il processo non è riuscito ad accertare l'intenzionalità o lo sbaglio, la casualità dell'errore nel citofonare proprio la casa di Vendola piuttosto di qualsiasi altra. Chi ha posato, con maliziosa provocazione o inavvertitamente, il ditino sul pulsante del citofono dell'appartamento di Vendola, all'epoca dei fatti aveva 23 anni. Resta la certezza che quell'imputato per molestie e disturbo delle occupazioni o della quiete pubblica ora è stato assolto.
Ma Pierre Parisi ora va oltre e commenta quella decisione di Vendola di denunciarlo. "Per quasi cinque anni - dichiara Parisi - una porzione della magistratura italiana è stata impegnata a dibattere se una citofonata notturna ci sia stata o meno. Una questione, a mio avviso, che se non avesse interessato il presidente Vendola, non sarebbe finita nemmeno dinanzi a un giudice di pace. Da un governatore che si erge a paladino della Giustizia mi sarei aspettato un comportamento differente. Chi rappresenta le istituzioni avrebbe dovuto quantomeno evitare il clamore mediatico artatamente costruito a fronte di una vicenda che la magistratura ha appena definito inesistente. Un clamore che ha portato a un inutile dispendio di risorse pubbliche occorse per mettere in piedi questo processo-farsa, in cui a farne le spese sono quelle persone che, magari, aspettano giustizia da anni per reati veramente verificatisi. Capisco bene che, in quel momento storico Nichi Vendola aveva bisogno di spostare l'attenzione dal problema che, giustamente, la sede locale Giovane Italia-PdL aveva sollevato, ma farlo a spese di tutti mi sembra davvero troppo".
Per la cronaca va chiarito che in quella notte alcuni simpatizzanti della Giovane Italia - PDL stavano affiggevano volantini e tappezzavano la città di Terlizzi di fiocchi di nascita bordati a lutto per protestare contro il provvedimento della giunta regionale che prevedeva l'introduzione del pagamento del ticket per le ricette sanitarie. Nella confusione e tra qualche spintone tra amici qualcuno inavvertitamente avrebbe pigiato il campanello di quell'abitazione che risultò essere del presidente Vendola. Cosa vorrà fare ora il governatore della Puglia? Forse ricorrere in appello contro questa sentenza di assoluzione? (Piergiorgio Porro)
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