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Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Droga a fiumi tra Calabria, Lucania e Puglia: le condanne chieste dal pm

Tutte le richieste di condanna per gli imputati al processo per traffico di sostanza stupefacente tra le regioni Campania, Puglia e Basilicata. Da quanto risultata dalle intercettazioni e dalle altre indagini degli inquirenti i quantitativi di droga gestiti dall'organizzazione criminale sono stati ingenti. Ora l'accusa ha formulato le richieste di condanne per gli imputati. Ecco il dettaglio: Mirko Albano, anni cinque e mesi 4 di reclusione; Ferruccio Balestrieri, condanna alla pena di anni 9 mesi 4 di reclusione; Ciro Bianco, condanna alla pena di anni 9 mesi 4 di reclusione; Daniele Bitonto, condanna alla pena di anni 5 e mesi 4 di reclusione; Christian Briganti, anni 7 e mesi 4 di reclusione; Aldo Catapano, con aggravio di recidiva reiterata infraquinquennale e qualifica di promotore, anni 16 mesi 2 e giorni 20 di reclusione; Giuseppe Ciracira, anni 16, mesi 2 e giorni 20 di reclusione; Domenico Di Gioia, anni 6 di reclusione ed euro 20.000 di multa; Fabio Ferriogni, anni 6 di reclusione ed euro 20.000 di multa; Ottavio Gentile, anni 16 mesi 2 e giorni 20 di reclusione; Cesare Giliberti, anni 7 e mesi 4 di reclusione; Nuredin Kiptiu, anni 4 di reclusione ed euro 20.000 di multa; Alessandro Lanzafame, un anno e mesi 4 di reclusione ed euro 4.000 di multa; Daniele Leale, anni 16, mesi 2 e giorni 20 di reclusione; Francesco Leale, anni 16, mesi 2 e giorni 20 di reclusione; Ivano Leale, anni 5 e mesi 4 di reclusione; Pietro Lo Scialpo, anni 2 di reclusione ed euro 6.000 di multa; Paolo Locorotondo, anni 7 e mesi 4 di reclusione; Salvatore Maglie, anni 5 e mesi 4 di reclusione; Luciano Merletto, anni 4 di reclusione ed euro 20.000 di multa; Cataldo Missiano, promotore, anni 16, mesi 2 e giorni 20; Cosimo Nobile, anni 5 e mesi 4 di reclusione; Donatello Nuzzo, anni 5 e mesi 4; Alessandro Tardiota, anni 8 di reclusione; Cosimo Vena, anni 8 di reclusione. Condanne ritenute giuste da chi le ha chieste in aula, cioè il pubblico ministero Alessio Coccioli, in questo processo scaturito dall'inchiesta denominata "neve tarantina".

La droga veniva spacciata in piccole dose in una pineta, a Taranto, fra la gente che faceva jogging. Cocaina ed eroina arrivavano da Bari, dalla Calabria, dalla Campania e persino dal Sudamerica. L'organizzazione tarantina faceva affari – come hanno dimostrato le indagini giudiziarie - con i narcos colombiani. Organizzazione che, oltre a disporre di grandi quantitativi di droga, aveva anche disponibilità di armi e munizioni. Le indagini, avviate dai carabinieri nel 2009, sotto la direzione della Dda di Lecce, e corroborate, per alcuni dei principali indagati, da altre indagini dalla Guardia di Finanza, hanno consentito di accertare la forza del sodalizio criminale sgominato nel blitz del gennaio 2014. Oggi, invece, dopo 15 mesi, si è giunti alla richiesta delle condanne. Il processo è ormai avviato alla sua conclusione.

L'operazione “neve clandestina” fu compiuta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Taranto ed i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria del Comando Provinciale di Taranto. In quell'occasione ci furono 30 arresti (17 in carcere, 8 agli arresti domiciliari e 5 provvedimenti di obbligo di dimora) compiuti con il supporto dei carabinieri delle Compagnie di Taranto, Manduria, Massafra, Martina Franca e Castellaneta, di un elicottero del 6° Elinucleo Carabinieri Bari Palese e delle unità cinofile antidroga ed antiesplosivo del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno e dei Comandi Provinciali del posto, nelle province di Taranto, Bari, Brindisi, Matera e Pescara. Le indagini consentirono, tra l'altro, di individuare anche un laboratorio clandestino per il taglio e il confezionamento della droga.  (Re.Ta.)