Fecondazione assistita. Gli ispettori ministeriali: ecco perché è morta Arianna Acrivoulis
Ipertensione arteriosa, diabete mellito, obesità, irsutismo, steatosi epatica, calcolosi della colecisti, blocco di branca sinistra. Un quadro clinico complesso quella della 38enne Arianna Acrivoulis di Bitritto (BA) deceduta il 10 giugno all'ospedale all'ospedale di Conversano mentre era sottoposta ad un intervento di fecondazione artificiale. Sono gli ispettori del ministero della Salute a farlo rilevare dopo aver consultato la cartella clinica e ogni altro documento utile a chiarire la vicenda. Per gli ispettori inviati in Puglia dal ministro Beatrice Lorenzin “è stata sottovalutata la presenza di importanti fattori di rischio quali obesità, ipertensione, diabete e cardiopatia''.
Arianna nella struttura sanitaria pubblica era stata sottoposta a un trattamento di agoaspirazione ovarica per la fecondazione assistita. Di questo, come aveva detto nei giorni scorsi il capo dell'equipe medica che ha operato sulla donna, non si muore. Era chiaro quindi che sono state le complicanze a causare il decesso. Ed allora: perché l'equipe medica non si è accorta che la situazione si stava evolvendo negativamente? Cosa ha fatto per rimediare ai problemi insorti? Nella relazione stilata dalla commissione ministeriale c'è scritto che ''nel caso in questione, non risulta che sia stata effettuata, se non parzialmente, una appropriata valutazione dei fattori di rischio sia per le procedure e tecniche di fecondazione, quanto anche in relazione agli effetti che tali fattori di rischio avrebbero comportato su una futura e possibile gravidanza, con l'occorrenza presumibile di specifiche complicanze''.
Gli ispettori del ministero hanno anche evidenziato ''alcuni elementi di criticità sia di tipo generale che specifico, che richiedono l'individuazione e la realizzazione di adeguate misure di miglioramento''.
Problemi anche di tipo brurocratico-amministrativo: “il Centro Pma di Conversano è autorizzato ed accreditato il 14 aprile 2014 dalla Regione Puglia come ambulatorio di II livello, anche se non risultano effettuate attività di ispezione e verifica da parte del Centro nazionale trapianti, per una mancata comunicazione da parte della Regione Puglia relative al passaggio di livello dal I al II”.
Ora sarà più facile per la magistratura accertare eventuali responsabilità penali per il decesso di Arianna Acrivoulis anche in considerazione che a breve sarà pronta e disponibile pure la relazione del medico legale. (Giancarlo Vincitorio)
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