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Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Sequestrati 5 milioni e denunciati in 41 per evasione fiscale e truffa all'Inps

Nel Salento sequestrati beni per un valore di 5 milioni di euro nell'ambito di un'operazione condotta dalla Guardia di finanza di Casarano. E' stata scoperta un'evasione fiscale da otto milioni di euro con una truffa milionaria ai danni dell'Inps. Le persone denunciate sono 41.
Le indagini sono state coordinate dal pm della Procura di Lecce Francesca Maglietta. Il meccanismo della presunta truffa era quella di simulare una crisi aziendale in due stabilimenti industriali di Racale e Ugento che producono e vendono mobili per poi ottenere indebitamente dei contributi di cassa integrazione per il personale che però, pare, conti continuava a lavorava ma "in nero". I fatti contestati risalgono al periodo 2010-2014
Secondo i finanzieri della Tenenza di Casarano le attività criminose indagate sono il frutto di una perfetta simbiosi tra sofisticati artifici contabili e aspetti connessi alla materia “gius-lavoristica”. Infatti, attraverso la simulazione di una crisi aziendale mai avvenuta, l’azienda verificata dalla finanza ha avanzato ripetute richieste di integrazioni salariali in favore dei propri dipendenti, beneficiando indebitamente dei contributi poi concessi.
L'azienda indagata ha sottoscritto con le organizzazioni sindacali appositi accordi per la cassa integrazione ordinaria, straordinaria e per il contratto di solidarietà, con i quali è stata stabilita una percentuale di riduzione dell'orario di lavoro settimanale dei propri dipendenti. Questa riduzione è stata integrata, poi, dai contributi erogati dall'I.N.P.S..
Dai documenti amministrativi extracontabili acquisiti presso l'azienda indagata, abilmente occultati in un intercapedine dello showroom della stessa, si è potuto evidenziare che la società ha omesso di contabilizzare compensi per ore lavorative corrisposte "fuori busta" alla maggior parte del personale che risultava “cartolarmente” in cassa integrazione ma che, in realtà, prestava la sua opera lavorativa all'interno dell'impresa “in nero”.
La frode fiscale si è concretizzata grazie all’utilizzo di specifici software, attraverso i quali i responsabili dell’industria hanno operato una scientifica scissione delle commesse ricevute in una parte esigua destinata alla fatturazione e una parte rilevante ceduta completamente in nero.
L’attività investigativa svolta ha portato alla denuncia di 41 soggetti per il reato di concorso nell’indebita percezione di contributi pubblici per l’ammontare complessivo di € 171.433; per 4 di loro è scattata anche la denuncia per il reato di frode fiscale derivante dall’ingente cessione di beni “in nero” per complessivi € 8.071.273 con evasione di imposte sui redditi per € 2.909.018 e di I.V.A. per € 1.650.000, per un totale complessivo di imposte non versate all’Erario pari ad € 4.559.000. (Carmelo Molfetta)