Senato contrario all'arresto del pugliese Azzolini (NCD)
Con 189 no, 96 sì e 17 astenuti il Senato ha impedito al gip del tribunale di Trani di arrestare il senatore pugliese di Ncd, Antonio Azzollini che è accusato di bancarotta fraudolenta, associazione a delinquere e induzione indebita nell'ambito di un'inchiesta sul crac da 500 milioni di euro della Casa Divina Provvidenza di Bisceglie. La decisione è stata presa con voto a scrutinio segreto come proposto da un gruppo di 70.
I lavori nell’aula di Palazzo Madama sono stati introdotti dalla relazione del presidente della giunta per le immunità, Dario Stefàno, anche lui pugliese. La giunta, come si evince da altro articolo pubblicato da newspuglia, aveva risposto si alla alla richiesta di arresti domiciliari per Azzollini.
Il senatore Azzollini si è dichiarato vittima del fumus persecutiois. In sostanza ha detto che i magistrati della procura di Trani ce l’hanno con lui. Una prima richiesta, in tal caso per l’utilizzo di intercettazioni telefoniche, c’era stata nell’inchiesta sul porto di Molfetta. Città che ha visto Azzollini essere anche sindaco nel mentre era, da ben 12 anni, presidente della Commissione parlamentare per il Bilancio. Il 7 ottobre la giunta per le immunità ha negato l'utilizzabilità delle intercettazioni telefoniche che riguardavano il senatore pugliese. Dopo appena un mese e mezzo dopo Azzollini è stato iscritto nel registro degli indagati per la vicenda del crac della Casa della Divina Provvidenza di Bisceglie. Azzollini è tirato in ballo dalle dichiarazioni che un teste ha reso ai magistrati inquirenti nonostante il padre di costui abbia detto sui medesimi episodi sostanzialmente cose, pare, completamente diverse e quindi a discolpa di Azzollini. Insomma il senatore del Nuovo Centrodestra sostiene che contro di lui ci sarebbe un accanimento dei magistrati.
Ora Azzollini non potrà essere arrestato. I commenti politici sono tanti e le polemiche sono destinate a non terminare presto soprattutto perché per questo caso il Senato ha fatto ricorso al voto segreto. Il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda ha detto che "purtroppo nel Parlamento italiano il voto segreto è diventato un’arma politica, troppo spesso usata strumentalmente. Questo rende molto difficile interpretare correttamente il voto su questa vicenda".
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, su Twitter, dichiara che si tratta di “una pagina triste alla Don Abbondio! Teniamoci la tessera affinchè il PD ritrovi verità e giustizia!".
Attacchi proprio al PD arrivano, invece, da Beppe Grillo: “la legge non è uguale per tutti. Azzollini salvato dal Pd".
Anche Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord, è sulla stessa linea di Grillo: "Il Senato ha salvato dall’arresto il senatore Azzollini, dell’Ncd. Renzi e il Pd hanno calato le braghe per salvare le loro poltrone, che pena. Chi sbaglia paga, ma se serve alla sinistra non paga".
Renato Schifani, capogruppo di Ap – Ncd, sostiene che "non c'è stato alcun salvataggio, l’aula ha votato secondo coscienza. Questo non impedisce alla magistratura di fare il suo corso. Sono sempre stato convinto della piena estranietà di Azzollini ai fatti che gli sono stati attribuiti e sono certo che questo sarà dimostrato nelle sedi prorie. L' Aula del Senato ha dimostrato il fumus persecutionis mentre le Aule del tribunale dimostreranno la sua totale innocenza, ne sono convinto. Ho sempre creduto fermamente nella sua innocenza, fino dalla prima notte in cui sono stato avvisato ed ho letto le carte. E’ stato un massacro. Davanti all’Italia intera. Incredibile".
Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Bari Antonio Decaro: "Io avrei votato per l’arresto, perché le prerogative dei parlamentari sono legate alla individuazione del cosiddetto fumus persecutionis. Se non c'è quel fumus va votato per l’arresto".
Polemiche che continueranno a tutti i livelli politicii. E’ certo. (Rezarta Tahiraj)
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