Medici indagati a decine per morte sospetta nel Salento
Nei 37 giorni di degenza Donata Rosaria Russo, 56 anni, prima di morire è stata curata da ben 29 medici di Taurisano, San Donaci, Racale, Ugento, Tiggiano, Poggiardo, Taviano, Sannicola, Lecce, Carmiano, Lizzanello, Maglie, Cellino San Marco, Cavallino, Gallipoli, Monteroni e Francavilla Fontana. Tutti questi medici indagati sono ora indagati. Un provvedimento necessario, certamente un atto dovuto della magistratura che ha avviato le indagini per chiarire cause ed eventuali responsabilità dell'accaduto. Il magistrato non aveva altra scelta dopo aver letto che nella cartella clinica di Russo c'erano stati gli interventi di quei 29 medici ospedalieri.
L'inchiesta è stata avviata dalla denuncia che i familiari della donna hanno fatto evidenziato ciò che a loro sono sembrate delle “disattenzioni” da parte dei medici degli ospedali “Francesco Ferrari” di Casarano e “Vito Fazzi” di Lecce. In sostanza l'intervento della magistratura servirà a chiarire se sono stati commessi degli errori e soprattutto se Russo si sarebbe potuta salvare. I familiari, ovviamente, sospettato che si trattato di un caso di "malasanità" ma con le ipotesi, spesso, si corre veloci e troppo lontano.
Nel loro esposto i familiari della donna hanno evidenziato che già gli esami all’ospedale “Francesco Ferrari” di Casarano mostravano l'inizio di una bronco polmonite. Il 27 giugno aveva tutti i sintomi tipici di questa malattia e anche una forte debolezza con tosse e febbre. Nel “Ferrari” Russo c'è rimasta due settimane prima nel reparto di Medicina e poi in quello di Rianimazione. Successivamente la donna venne trasferita al “Vito Fazzi” di Lecce, nel reparto di Rianimazione, con una nuova infezione alle vie respiratorie. Ma non c'era proprio niente da fare per salvarla? Da una broncopolmonite in fase iniziale, come sostengono i familiari per questo caso specifico, si può salvare? Insomma perché le cure, nel caso di Donata Rosaria Russo, non sono state sufficienti per portarla alla guarigione? Tutte domande che la magistratura cercherà di dare a conclusione del duro lavoro d'indagine. Si parte dall'esame autopico sul corpo di Russo. Il pubblico ministero Elsa Valeria Mignone ha affidato al medico legale Roberto Vaglio il compito di effettuare l'autopsia. C'è anche una data certa: martedì 29 settembre. Di questa circostanza, proprio nel rispetto delle normative di legge, sono stati informati i 29 medici indagati che hanno ricevuto notifica dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria distaccata nella Procura di Lecce. (Carmelo Molfetta)
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