Prescrizioni per Ilva: i Verdi diffidano ministro Ambiente Galletti
Mentre a Taranto, in Corte d'Assise, si avviava il processo “ambiente svenduto” che vede ben 47 imputati, il leader dei Verdi Angelo Bonelli ha diffidato il ministro dell'Ambiente Galletti a rendere pubblici i dati sulla verifica compiuta per stabilire che l'Ilva abbia davvero completato l'80% di quanto previsto dal piano ambientale.
Va chiarito che al maxi processo di Taranto i Verdi sono stati già ammessi, come oltre mille altre soggetti, a costituirsi parte civile. Bonelli, che era nell'aula giudiziaria “Alessandrini”, ha informato i giornalisti della diffida fatta nei confronti del ministro Galletti: “lo abbiamo diffidato a rendere subito pubblici i dati sul rispetto delle prescrizioni ambientali del piano ambientale. Da quello che ci risulta e che abbiamo denunciato lo scorso luglio si è ben lontani dall’80% del piano ambientale. Il ministro dica quindi pubblicamente a che punto sono il lavori e perché non sono stati resi pubblici, a distanza di tre mesi oltre il termine previsto, questi dati. Solo in questo modo si può fare sapere ai cittadini se Ilva sta rispettando veramente i decreti salva Ilva”. Bonelli taglia corto sull'eventualità il ministro Galletti si trincerasse in un muro di silenzio: “se non dovesse rendere pubblici quei dati presenteremo denuncia per omissione”.
Ma come è possibile che informazioni importantissime per la salute dei cittadini non vengano rese noti nei termini previsti? “Solo in Italia può accadere una cosa del genere – afferma Bonelli. Le prescrizioni ambientali per l’Ilva di Taranto, quelle che sono state fondamentali per il dissequestro degli impianti fermati dai magistrati, dovevano essere verificate il 31 luglio affinché fosse possibile stabilire se si fosse arrivati al completamento dell’80% di quanto contenuto nel piano ambientale: ad oggi non c’è nessuna informazione su questa verifica e questo è semplicemente indecente, come lo è il fatto che in Parlamento nessuno dica nulla su questo scandalo”.
Diversi i reati contestati nel processo “Ambiente svenduto”: dall’associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, all’avvelenamento di acque e sostanze alimentari al getto pericoloso di cose, all’omissione di cautele sui luoghi di lavoro, ma anche falsa testimonianza, favoreggiamento e concussione.
Alla sbarra politici, imprenditori e funzionari ministeriali e regionali. Sono 47 in tutto gli imputati: 44 persone fisiche e tre società, circa mille le parti civili. Tra i politici sotto processo, oltre all'ex governatore della Puglia Nichi Vendola, anche il deputato di Sel Nicola Fratoianni e il consigliere regionale Pd Donato Pentassuglia, entrambi accusati di favoreggiamento personale, il sindaco di Taranto Ippazio Stefano (abuso d’ufficio), l’ex presidente della Provincia di Taranto, Giovanni Florido e l’ex assessore provinciale all’Ambiente Michele Conserva (entrambi per concussione). (Mauro De Carlo)
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