Morta dopo colonscopia: 32 medici e infermieri indagati a Bari
In ospedale era andata per una colonscopia. Un esame divenuto di routine nella prevenzione del tumore del colon-retto. La donna, una 77enne di Bari, non si è più svegliata dal farmaco utilizzato per sedarla al fine di effettuare quell'accertamento in modo indolore. In una ventina di giorni sarebbe stata sottoposta a due interventi nel Policlinico e poi è morta. Dopo che i familiari hanno denunciato l'accaduto alla Procura di Bari è stata aperta un’inchiesta. Il pm Federico Perrone Capano ha iscritto nel registro degli indagati 32 fra medici e infermieri di quattro diversi reparti dell’ospedale barese con l’accusa di omicidio colposo.
In mattinata il pm ha conferito l’incarico per l’autopsia al medico legale Vito Romano, al chirurgo toracico Barbara Barrettara e all’anestesista Silvio Colonna. Costoro sono stati incaricati di accertare le cause della morte e le eventuali responsabilità dei sanitari che hanno avuto in cura la donna.
Occorre evidenziare che la colonscopia è ritenuto un esame sicuro e senza controindicazioni ed è assolutamente indispensabile per effettuare una prevenzione efficace del cancro del colon-retto (CCR). Ogni anno circa 200mila persone muoiono per questo tumore che risulta essere il secondo più diffuso negli uomini (dopo quello del polmone) ed il terzo nella donna (dopo seno e cervice-utero).
In Italia si contano 20.457 nuovi casi ogni anno per gli uomini e 17.276 per le donne. La prevenzione consiglia di sottoporsi almeno ogni dieci anni ad una colonscopia a partire al compimento dei 50 anni di età. Si tenga conto che è stato accertato che questo esame diagnostico e la ricerca del sangue occulto nelle feci consentono, statistiche alla mano, di individuare tempestivamente i due terzi dei tumori. La colonscopia, in particolare, è in grado di ridurre la mortalità dovuta a questo tumore del 30-60% in quanto permette di riconoscere la malattia nelle sue fasi iniziali. Purtroppo, invece, circa il 25% dei pazienti si presenta alla prima diagnosi con una neoplasia già in fase metastatica.
Il picco dell'incidenza della malattia è nei soggetti con età compresa tra 75 e 80 anni. La donna deceduta nel Policlinico di Bari aveva 77 anni. Si tratta ora di accertare se sono stati commessi degli errori da parte del medici nel sottoporre la donna a questo accertamento diagnostico assolutamente sicuro e necessario. Ciò servirà anche a scongiurare il rischio di un allarmismo assolutamente ingiustificato ai danni della prevenzione di questa tipologia di cancro. (Carmelo Molfetta)
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