Cosa hanno detto Prodi e altri due testi eccellenti nel processo a Trani contro i rating di Standard & Poor's
Hanno fatto attendere Romano Prodi in tribunale più di quattro ore prima di ascoltarlo come teste nel processo contro la società di rating Standard & Poor's e di cinque suoi analisti. Nel tribunale di Trani Prodi, che è stato per due mandati presidente del Consiglio dei Ministri e anche presidente della Commissione europea, è arrivato alle 11,15. Il pm che lo aveva citato è Michele Ruggiero ed è stato lui ad informare Prodi che purtroppo doveva attendere un paio d’ore a causa del prolungarsi della deposizione di un altro teste. Prodi ha protestato garbatamente. Poi ha comunicato, pare con tono stizzito, che si allontanava per andare a pranzare. In tribunale è tornato nel pomeriggio ed è stato ascoltato alle 15.30 circa. Tutta quell'attesa per poco più di 15 minuti di deposizione. E' vero che ciascuno di noi è a disposizione della Giustizia ma è anche necessario che ciò non legittimi l'abuso di quanti gestiscono in modo del tutto infruttuoso il tempo altrui come è accaduto a Trani a danno dell'ex premier Prodi.
Ma torniamo al processo che vede nel ruolo di imputati Standard & Poor's e 5 suoi analisti e manager con l'accusa di manipolazione del mercato ed in particolare di aver "illegittimamente e dolosamente" declassato tra il 2011 e il 2012 l’Italia (da A a BBB+) "al solo fine di danneggiarla".
Su questo Prodi è stato generico. "Non so se l’Italia all’epoca sia stata danneggiata dai giudizi delle agenzie di rating, non riesco a dare questo giudizio perché non ero al governo ma quello che mi preoccupa è la debolezza del nostro sistema di fronte a questo giudizio che deve essere inserito in un più robusto quadro normativo perché – ha dichiarato Prodi - ha delle conseguenze sulla vita di un Paese". Insomma non ha detto nulla di utile né per l'accusa e né per la difesa. Una maggiore utilità l'hanno trovata certamente alcuni utenti del palagiustizia che, trovandosi nelle vicinanze di Prodi, l'hanno potuto “utilizzare” per farsi dei selfie.
Molto interessante è stata invece la deposizione di Maria Cannata, direttore del debito pubblico del Tesoro, che ha giudicato ingeneroso il declassamento dell'Italia deciso da Standard & Poor's. "C'era un’ipercriticità da parte di S&P verso l'Italia" ha commentato Cannata. Il comportamento dell’agenzia di rating – secondo Cannata - "lasciava presupporre che vi fosse una tendenza a valutare con maggiore enfasi gli aspetti negativi rispetto a quelli positivi". Comunque "l’outlook negativo del 20 maggio 2011 deciso da S&P sull'asta dei titoli italiani non ebbe contraccolpi negativi, mentre vi furono contraccolpi, durati però poche ore, solo sul mercato secondario del lunedì successivo l'outlook". Cannata ha dichiarato anche che “S&P aver detto nel Credit watch che il declassamento poteva arrivare fino a due gradini e poi, nonostante le manovre messe in atto dal governo, è stato confermato quel declassamento che, secondo me, poteva essere giustificato con un solo notch".
Altro nome eccellente che si è presentato in aula giudiziaria a Trani è quello di Giuseppe Vegas, presidente della Consob, il quale ha dichiarato che "la mancanza di coerenza delle metodologie sul rating italiano da parte di S&P fu segnalata all’Esma dalla Consob perché si riteneva che vi fosse una possibile violazione del regolamento europeo. L’Esma però fu di diverso avviso e archiviò il procedimento".
Nella prossima udienza, quella del 10 dicembre, a deporre a Trani sarà il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. (Mauro De Carlo)
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