Xylella: Emiliano in Procura a Lecce con l'assessore agricoltura
Ha parlato per circa due ore in procura, a Lecce, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sul caso Xylella che sta sterminando gli ulivi pugliesi. Dagli uffici giudiziari il governatore pugliese è uscito poco dopo le ore 21. Con lui c'erano il capo di gabinetto regionale, Claudio Stefanazzi, l’assessore all’agricoltura, Leo Di Gioa, e il dirigente regionale del settore, Gianluca Nardoni.
Emiliano non ha rilasciato dichiarazioni all'uscita dal Tribunale di Lecce obbedendo ad una precisa richiesta rivoltagli dal procuratore capo Cataldo Motta. L'inchiesta è coordinata dai sostituti Elsa Valeria Mignone e Roberta Licci e ad ascoltare Emiliano c'erano anche loro.
Subito dopo l’esecuzione del decreto di sequestro degli ulivi, disposto dalla magistratura salentina sugli alberi indicati dall’ordine di abbattimento nell’ambito del piano straordinario sul contenimento della diffusione del batterio, il governatore della Puglia aveva chiesto di essere ascoltato dalla Procura.
Richiesta fatta poco prima di Natale ed accettata solo adesso. Emiliano è stato sentito come persona offesa dal reato e ha voluto incontrare i magistrati per indicare documenti, fonti di prova e argomenti che necessitano di approfondimento istruttorio. Già prima di Natale aveva chiesto - come da lui precisato - di acquisire formalmente copia del decreto di sequestro preventivo e degli atti sui quali quest’ultimo è fondato e dove non sussiste più il segreto istruttorio ai sensi dell’articolo 329 del codice di procedura penale.
La richiesta era stata spiegata così dal governatore: “Il procuratore, nel più stretto rispetto del segreto istruttorio, può in qualche modo consentire alla pubblica amministrazione di comprendere fino in fondo il significato dell’inchiesta ed eventualmente creare quel principio di leale collaborazione, che prevede che noi ci si attivi per evitare che possibili patologie di natura amministrativa possano ripetersi, se si sono verificate".
"Trasmetteremo i documenti all’Unione europea – aveva affermato Emiliano – dopodiché se gli alberi sono sotto sequestro, non si possono toccare. E siccome la magistratura italiana è notoriamente fatta di persone serie e responsabili e, nel caso specifico, abbiamo magistrati di eccezionale valore, che hanno firmato il decreto di sequestro preventivo, io mi sento tranquillo di essere parte di un Paese nel quale il governo, la magistratura e la Regione si muovono all’unisono, secondo una logica che evidentemente non può essere distonica". E all'uscita dalla Procura di Lecce il presidente della Regione Puglia è parso tranquillo ma insolitamente taciturno. (Cosima Miacola)
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