Motta chiede condanna a 2 anni e 2 mesi di carcere per ex procuratore capo di Bari Antonio Laudati. Per l'accusa avrebbe favorito Berlusconi rallentando il processo escort contro Tarantini
“Ho un unico padrone, la verità. Sicuramente avrò commesso sbagli in questa vicenda ma mai reati. Ho agito sempre seguendo il codice nell’interesse di garantire che la Procura agisse senza nessuna speculazione o doppio fine”. Le parole dell’ex procuratore della Repubblica di Bari Antonio Laudati pronunciate dinanzi al Tribunale di Lecce nel processo a suo carico non devono però aver convinto il procuratore di Lecce, Cataldo Motta, che contro di lui ha chiesto una condanna a complessivi due anni e due mesi di reclusione. Per i reati contestati a Laudati la pubblica accusa ha chiesto la condanna ad un anno e sei mesi per abuso d’ufficio e ad otto mesi per favoreggiamento.
Laudati, attualmente in servizio presso la Procura nazionale antimafia, nel rendere dichiarazioni spontanee prima della requisitoria del procuratore di Lecce, ha detto: “Perché avrei dovuto favorire Tarantini, del quale sono arrivato a dire cose al limite della diffamazione, che appena arrivato a Bari ho fatto arrestare e che ho fatto condannare quattro volte? Così come per Berlusconi, la mia angoscia in questo processo. Mai sentito, mai conosciuto”.
Poco dopo Motta ha motivato la richiesta di condanna: Laudati avrebbe rallentato l’inchiesta barese sulle escort che Giampaolo Tarantini faceva arrivare alle feste organizzate nelle residenze dell'allora premier Silvio Berlusconi.
A giudizio di Motta, quindi, l’intento di Laudati era quello di favorire Gianpaolo Tarantini nell’ interesse dell’allora premier Silvio Berlusconi, per annullare il rischio che l’imprenditore barese potesse parlare e in questo modo coinvolgere l’ex presidente del Consiglio dei Ministri, danneggiandone l’immagine. Nel processo a carico di Laudati, pesa, tra l'altro, la memoria depositata al termine della fase dibattimentale da Giuseppe Scelsi, l’ex pm barese, ora alla Procura generale, parte civile nel processo. Sono state proprio le accuse di Scelsi a costringere Laudati, suo malgrado, al ruolo di imputato. (Giancarlo Vincitorio)
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