Fu arso vivo l'imprenditore agricolo brindisino Damiano De Fazio. Le fiamme furono appiccate dalla sua amante ai genitali. Condanna confermata a 15 anni di carcere per Dora Buongiorno
Anche la Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di condanna per l'omicidio del brindisino Damiano De Fazio. La sua amante, Dora Buongiorno, bracciante agricola di Carovigno (Brindisi), dovrà restare in carcere per 15 anni. Il periodo di pena stabilita in primo grado e non ritoccata dalla Corte d'Appello è stata riconfermata in Cassazione mediante il rigetto del ricorso presentato della difesa della donna, l’avvocato Roberto Cavalera.
Cosimo Damiano De Fazio (nella foto), 51 anni, fu arso vivo la sera del 26 dicembre del 2012, in aperta campagna, dall'amante che gli appiccò fuoco ai genitali dopo averlo legato. Una morte orrenda, un’agonia durata un giorno e due notti. Le terribili ustioni avevano devastato addirittura il 95% del corpo destinando a morte certa l'imprenditore agricolo di Brindisi, sposato e padre di sei figli.
L'autopsia accertò che le fiamme furono appiccate nella zona genitale utilizzando liquido infiammabile contenuto in una bottiglietta e fu poi ritrovata, dai poliziotti coordinati dal pm Luca Buccheri, in contrada Epifani, dove un vigilante trovò e soccorse l'agonizzante De Fazio.
La vittima e la sua assassina, come confermato dalle indagini, avevano una relazione amorosa da circa 15 anni e addirittura un figlio.
In tutti gli ordini di giudizio l'avvocato Cavalera si è battuto sia nel chiedere la verifica della semi infermità mentale con una perizia psichiatrica e sia per dimostrare che l'omicidio è stata una folle risposta alla gelosia asfissiante da parte della vittima e ai tanti soprusi, angherie, violenze subiti nei lunghi 15 anni di vita extraconiugale. (Mauro De Carlo)
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