Parisi torna in carcere con l'accusa di aver estorto quasi 100mila euro a due imprenditori edili di Bari
E' ritornato in carcere Savino Parisi, il boss del quartiere Japigia di Bari: era stato scarcerato a metà gennaio. Scarcerazione effettuata perché assolto in secondo grado da un'accusa di estorsione a un imprenditore. In primo grado era stato condannato a 5 anni e 4 mesi.
Questa notte c'è stato il nuovo arresto per un altro episodio di estorsione. I fatti contestati sarebbero avvenuti nel 2009, ai danni di due noti imprenditori edili della provincia barese. I carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo gli hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Corte d’Appello di Bari, su richiesta della Procura generale della Repubblica
Quando fu liberato a gennaio ci fu anche un improvvisato spettacolo di fuochi d'artificio nelle vicinanze del carcere barese e del mercato di Santa Scolastica per festeggiare la sua scarcerazione. In quel periodo era accusato, sulle base delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, di aver costretto gli amministratori della società Soft Line a pagare in contanti una somma di 700mila euro minacciando, in caso contrario, ritorsioni personali e patrimoniali.
Quella del gennaio scorso non fu la sua unica scarcerazione. Accadde anche nel dicembre 2013: tornò in libertà per decorrenza termini di custodia cautelare. Ed accadde pure nel 2009. Proprio nel marzo 2009, subito dopo la scarcerazione, Parisi, andrò a trovare due imprenditori che risultavano ricattati da quattro esponenti del clan di Japigia. Per porre fine alle minacce ed estorsioni, secondo l'accusa, Parisi ottenne gioielli, "bracciali con diamanti, collane, due Rolex".
Proprio per questo Parisi in primo grado fu condannato a 4 anni e otto mesi ma in appello beneficiò di una riduzione della pena che divenne di due anni e due mesi perché i giudici derubricarono il reato da estorsione a violenza privata. Ora però è sopraggiunta la sentenza della Cassazione che ha ordinato un nuovo processo per quell'episodio e nel frattempo si è deciso di farlo tornare in carcere, probabilmente perché è ritenuto concreto il rischio di fuga del potente boss barese. (Giancarlo Vincitorio)
- Dettagli