A Brindisi fu il direttore generale Paola Ciannamea a decidere di fare affidare alle associazioni di volontariato la gestione di 15 postazioni del 118 con ambulanze ad un costo preventivato di oltre 11 milioni di euro a triennio
Dopo i quattro arresti compiuti ieri dalla guardia di finanza oggi è il direttore generale dell'Asl di Brindisi Giuseppe Pasqualone ad entrare in azione sulla presunta truffa al servizio emergenza-urgenza 118: ha provveduto a sospendere, con effetto immediato, la convenzione con l’associazione onlus Avf di Fasano il cui presidente e tre suoi collaboratori sono stati arrestati con accuse a vario titolo di peculato, frode in pubblica fornitura, truffa aggravata ai danni della Asl e tentata somministrazione di farmaci guasti o imperfetti.
Va chiarito che la convenzione dell'Asl brindisi e la Avf riguardava la gestione delle postazioni 118 dell’ospedale Perrino e del Porto di Brindisi.
Dando comunicazione dell'interruzione del rapporto con l’associazione onlus Avf c'è da prendere atto che l'Asl brindisina si è affrettata a fare sapere inoltre che “tutti i mezzi di soccorso del 118 Brindisi sono sottoposti a costante controllo sulla gestione delle attrezzature e dei farmaci in dotazione, con particolare riferimento alla data di scadenza degli stessi. La guardia di finanza non ha mai riscontrato la presenza di farmaci scaduti nelle postazioni né sui mezzi del 118 Brindisi”.
“Il Servizio di emergenza-urgenza 118 della Asl di Brindisi – viene chiarito con un comunicato stampa - ha ottenuto da diversi anni, da un ente nazionale, la certificazione di qualità Iso 9000, che prevede una continua verifica degli standard organizzativi e assistenziali. In particolare, la funzione di vigilanza e controllo viene costantemente attuata su tutte le postazioni 118 della provincia dal personale Asl appositamente designato come da protocolli operativi vigenti”. Infine l'Asl si tira fuori da ogni responsabilità: “ciò che avviene al di fuori del contesto delle postazioni e dei mezzi in servizio attivo 118 non rientra nelle competenze del settore di emergenza e urgenza della Asl di Brindisi”.
Purtroppo non è la prima volta che associazioni di volontariato o loro rappresentanti siano stati destinatari di provvedimenti della magistratura in merito al lavoro svolto nella sanità pubblica pugliese. Nel 2012, nel Salento, ci fu un'inchiesta condotta dal sostituto procuratore Giuseppe Capoccia su ambulanze private in circolazione senza assicurazione e su altre risultate in servizio, contemporaneamente, in postazioni differenti del 118. Poi come si può non ricordare quanto a Bari il servizio di noleggio con autista di un'ambulanza all'istituto oncologico Giovanni Palo II fu affidato a chi non ne aveva diritto (a causa dei precedenti penali del legale rappresentante della ditta) al prezzo di 9.500 euro. Forse il costo più elevato d'Italia.
Tornando a Brindisi, c'è da ricordare che fu l'allora direttore generale Asl Paola Ciannamea, nel 2012, a firmare la delibera per indire la selezione riguardante l’affidamento triennale delle convenzioni per la gestione delle quindici postazioni del servizio emergenza-urgenza 118. L’affidamento, della durata di tre anni, con possibilità di proroga di un anno, era riservato alle associazioni di volontariato: dovevano mettere a disposizione il personale (autisti e soccorritori, volontari e dipendenti) e ovviamente le ambulanze. Per il primo triennio la spesa di gestione complessiva preventivata dall'Asl brindisina per le 15 postazioni di 118 era di oltre 11 milioni di euro, per l'esattezza 11. 297.000,00. E poi la guardia di finanza scopre che proprio nel Brindisino, in realtà consolidate di volontariato, ci sono situazioni di “gestione allega” dei soldi in danno dell'Asl. Ed inoltre, se dovesse essere confermata l'accusa di tentata somministrazione di farmaci guasti o imperfetti allora significa che in pericolo sono stati anche i cittadini e non solo il denaro dell'ente pubblico. (Mauro De Carlo)
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