Chiesto il rinvio a giudizio per un appalto rifiuti assegnato 9 anni fa a servizio dei comuni leccesi. Per l'accusa ci sarebbero stati tangenti per circa un milione di euro e assunzioni di favore
Chiuse le indagini i magistrati inquirenti, Antonio De Donno e Alessio Coccioli, hanno chiesto ora il rinvio a giudizio per nove persone coinvolte nell'inchiesta su un appalto di nove anni fa per la raccolta dei rifiuti in provincia di Lecce. Quel servizio fu appaltato nel novembre del 2007 e riguardava il lavoro di raccolta dei rifiuti negli Ambiti di raccolta ottimale (Aro) 4 e 6 dell'Ato Le/2 della provincia di Lecce.
Sarà adesso il giudice delle indagini preliminari Cinzia Vergine a decidere, nell'udienza del prossimo 18 ottobre, se fare processare i nove soggetti indagati: Silvano Macculi, 49 anni, di Botrugno, presidente della Ato Le/2, Fernando Bonocuore, 50 anni, di Lecce, come responsabile unico del procedimento delle gare di appalto della Aro 4 e della Aro 6 Le/2, Anna Maria Bonocuore, 40 anni di Lecce, il sindacalista Valerio Contardo, 59 anni di Galatina, Giorgio Ragusa, 63 anni di Poggiardo, funzionario della Provincia, Giovanni Biasco, 59 anni di Botrugno, Riccardo Bandello, 45 anni di Otranto, Emanuele Borgia, 51anni di Maglie, direttore esecutivo del contratto dell'Ato Le/2, Luana Greco, 45 anni di Tricase, responsabile tecnico dell'Ato Le/2.
Tra i reati contestati, in alcuni casi, anche estorsione, concussione e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.
Gli imputati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Alessandro Distante, Mario Rossi, Luigi Corvaglia, Angelo Vantaggiato, Salvatore Corrado, Francesco Paolo Sisto, Luigi Covella, Luigi Rella, Riccardo Giannuzzi, Giuseppe Erriquez, Vivana Labbruzzo.
Le indagini sono state svolte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce.
Gli inquirenti hanno lavorato partendo dalle rivelazioni fatte da Gianluigi Rosafio, 41 anni di Taurisano. Rosafio avrebbe detto ai magistrati che Silvano Macculi, ex sindaco di Botrugno, avrebbe ricevuto tangenti per un valore complessivo di circa un milione di euro. Rosafio era interessato al subappalto ed è per questo che, secondo lui, avrebbe girato 300 mila euro alla Lombardi Ecologica affinché, in più tranche, finissero nelle disponibilità di Macculi nel periodo tra il 2009 e il 2012. Rosafio ha fornito particolari anche per gli altri pagamenti come quelli fatti dall'associazione temporanea di imprese formata da Ecotecnica, Bianco e Muccio per ben 440mila euro.
Ma non di soli soldi ha parlato Rosafio ai magistrati: le ditte interessate all'appalto avrebbero subito pressioni anche per l'assunzione di 23 operai.
Quale sarà la decisione del Gip? Prevarrà la tesi difensiva degli indagati o quella dell'accusa? (Giancarlo Vincitorio)
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