Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio per 40 persone e 5 società. I costi dei lavori del porto di Molfetta sarebbero dovuto costare 72 milioni ma risultano più che raddoppiati
Si deciderà il 7 luglio se processare, come chiesto a firma del procuratore aggiunto Francesco Giannella e del sostituto procuratore Michele Ruggiero, 45 indagati per reati contro il patrimonio e l’ambiente che sarebbero stati commessi appaltando e gestendo i lavori di costruzione del nuovo porto di Molfetta. A decidere sarà Francesco Messina, giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Trani. Per le cinque società e le quaranta persone che ora rischiano di essere processati gli inquirenti hanno ipotizzato, specificatamente, tanti reati. Ognuno ne risponderà per ciò di cui viene accusato ma complessivamente, si spazia dall'associazione per delinquere finalizzata a delitti contro il patrimonio, la fede pubblica e la pubblica amministrazione all'abuso d’ufficio (tentato e consumato), falso, truffa, omissioni d’atti d’ufficio e sino ad arrivare alla frode in pubbliche forniture, minaccia a pubblico ufficiale, favoreggiamento, concussione, danneggiamento, attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi, violazioni della normativa ambientale, del testo unico sull’edilizia, del codice del paesaggio e della disciplina speciale per la bonifica da ordigni bellici. Sì, ci sono anche gli ordigni della seconda grande guerra in questa vicenda giudiziaria perché sono state tante le bombe trovate sui fondali del porto molfettese durante i lavori appaltati. Bombe che hanno fatto lievitare molto il prezzo stabilito nel contratto d'appalto. Si è passati dagli iniziali 72 milioni di euro ad un impegno economico di Regione e Stato addirittura di 147 milioni, cioè più del doppio, mediante soldi destinati appositamente da leggi di finanziamento a partire dal 2001.
E' stato l'allora sindaco Azzollini (in foto) ad appaltare nel 2007 i lavori per la costruzione della diga foranea e del nuovo porto commerciale per 72 milioni di euro. Costo lievitato poi a 147 milioni per gli interventi di bonifica dei fondali da migliaia di ordigni bellici inesplosi.
Ad ottobre 2013 per questa vicenda ci furono due arresti ed il sequestro dell’area dei lavori portuali. Gli inquirenti chiesero l'arresto anche per l'ex sindaco ed allora presidente della Commissione bilancio del Senato Antonio Azzollini. Richiesta respinta.
Ora che si sono chiuse le indagini sugli iniziali 48 indagati il pm chiede al gip il rinvio a giudizio per 45 dei soggetti coinvolti in questa vicenda giudiziaria.
Le indagini sono state avviate dopo una segnalazione del dirigente generale dell’Authority per la Vigilanza sui contratti pubblici. L’Authority era stata invitata a verificare la regolarità dell’appalto su denuncia della 'Società Italiana per Condotte d’Acqua spa' che ipotizzava una limitazione della concorrenza perché, in una clausola del bando di gara del Comune di Molfetta, veniva imposto il possesso o la disponibilità di una «daga stazionaria aspirante-refluente dotata di disgregatore, con potenza installata a bordo non inferiore ad Hp 2.500». L’Authority ritenne fondata la denuncia e dichiarò illegittimo il bando di gara disponendo un nuovo monitoraggio sull'appalto. Poi è tutta storia nota a cui si aggiunge però l'incertezza per ciò che deciderà Gip. (Rezarta Tahiraj)
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