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Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Il terrorista bouhlel, nel compiere la strage a Nizza, avrebbe avuto un complice residente in Puglia che ora è ricercato

Uno dei presunti complici di Mohamed Lahouaiej Bouhlel. l'autore della strage compiuta a Nizza il 14 luglio, è residente in Puglia. Indagano su di lui gli agenti della Digos della Questura di Bari su segnalazione arrivata direttamente dall'autorità giudiziaria francese. A dare la notizia delle ricerche in Puglia è stato il ministro dell'Interno Angelino Alfano. Il ricercato è di nazionalità tunisina e nelle scorse settimane sarebbe entrato in contatto con l'attentatore di Nizza. L'uomo ricercato in Puglia, secondo i francesi, potrebbe essere colui che ha fatto da intermediario tra l'autore della strage e una coppia di albanesi che avrebbe aiutato Mohamed Lahouaiej Bouhlel a procurarsi la pistola calibro 7,65 trovata nel camion della strage. Il tunisino indagato in Puglia è tra le sette persone fermate dalla polizia francese perché ritenute presunte complici del terrorista. In Puglia risulterebbe aver lavorato. Tutti i presunti complici di Bouhlel, compreso il cosiddetto "pugliese", sono stati trasferiti dal sud della Francia al quartier generale dell'antiterrorismo di Levallois-Perret, alle porte di Parigi.  

Sono una decina gli italiani che risultano ancora irreperibili o feriti dopo la strage. Lo rende noto la Farnesina. Le operazioni di riconoscimento delle vittime dell'attentato compiuta sul lungomare Promenade des Anglais "sono delicate e complesse". Il console generale d'Italia a Nizza, Serena Lippi, ha detto che le “autorità francesi stanno adottando una procedura molto lunga, ma molto precisa. I corpi erano in uno stato irriconoscibile e i francesi prima di dare informazioni vogliono essere sicuri.” Al momento sono 84 vittime mentre altre 85 sono ricoverate in ospedale, di cui 18 sono in pericolo di vita. 

A coordinare le indagini a Bari sul presunto complice del terrorista è il neo procuratore aggiunto Roberto Rossi, magistrato Antimafia, il quale negli ultimi mesi ha condotto altre inchieste proprio sui passaggi sospetti di simpatizzanti o componenti dell'Isis dal porto barese e sul ruolo che il capoluogo pugliese potrebbe aver avuto come base logistica per i foreign fighters.

La notizia data dal ministro Alfano sul "caso Puglia" ha provocato un “incidente diplomatico” nei rapporti istituzionali. Ci sono state infatti frasi di risentimento da parte del procuratore generale antiterrorismo Franco Roberti “A noi non risulta, il che può essere ricondotto o a una informazione non esatta che ha ricevuto il ministro, oppure a un difetto di circolazione delle informazioni – ha detto Roberti - all’interno delle istituzioni, e questo sarebbe grave perché sarebbe opportuno che certe notizie prima di essere divulgate venissero fatte circolare all’interno del circuito istituzionale, perché la Procura nazionale antimafia abbia la possibilità di dare un apporto conoscitivo importante su ciascun dato di cui viene a conoscenza. E prima ne viene a conoscenza e meglio è”. Come dire che Alfano ha sbagliato a divulgare quella notizia senza parlarne prima con la Procura generale antiterrorismo. (Mauro De Carlo)