Nella cattedrale di Bari islamici e cattolici pregano insieme per la pace e contro il terrorismo
Islamici e cattolici insieme domani a messa nella cattedrale di Bari. E' questo il messaggio vero per fare capire che, come dice Papa Francesco, tutte le religioni sono per la pace. Chi compie attentati dice il falso quando afferma di uccidere in nome di un Dio. Sharif Lorenzini è il presidente della Comunità islamica d’Italia e nella chiesa cattedrale di Bari domani, alle 10,30, qualche minuto prima dell’inizio della celebrazione liturgica ,guiderà un breve momento di preghiera in arabo e tradotta in italiano. Sarà un modo "per dare un segno concreto di solidarietà” ai cattolici dopo l'azione terroristica compiuta in Francia all'interno di una chiesa cattolica.
«Stiamo soffrendo anche noi - sottolinea Lorenzini, che è italiano perché adottato da bambino da una famiglia pugliese - per tutto quello che accade ogni giorno. Vogliamo dare un segnale forte per allontanare chi ci vuole dividere seminando terrore». Domani i musulmani pugliesi porteranno il saluto in chiesa al vescovo monsignor Francesco Cacucci.
Situazioni analoghe saranno svolte in altre città italiane: Roma, Milano, Novara, Genova, Brescia, Piacenza, Palermo e Agrigento.
“Questo è il momento di dimostrare con i fatti - dichiara Sharif Lorenzini - che è necessario andare oltre. E per farlo è fondamentale ripartire dalla spiritualità in Dio, quel Dio deve unirci e darci la forza, attraverso la preghiera, di rinunciare al male, all’odio, al sangue e alla violenza. Da stamattina stiamo chiamando a raccolta i nostri fratelli e le nostre sorelle affinché partecipino numerosi a questo momento comune di preghiera. In particolare, stiamo sollecitando i nostri figli e i giovani della Comunità ad essere presenti. Perché in loro riponiamo fiducia e speranza in un mondo nuovo, migliore e libero da pregiudizi”.
La Cei (conferenza episcopale italiana) si era espressa già venerdì in modo molto positivo su questa iniziativa di solidarietà degli islamici definendola “un gesto enorme, mette fuori gioco chi vuole dividere, chi vuole una strategia del terrore”. Ora da Cracovia, in occasione del viaggio del pontefice in Polonia per la Giornata mondiale della gioventù, il cardinale Bagnasco (presidente della Cei) ha detto che “Come vescovi italiani ne siamo molto lieti e molto grati insieme alle nostre comunità cristiane e siamo anche grati di questa pronta risposta a un appello che aspettavamo di fare. E’ una richiesta di aiuto più convincente e più unitario da parte del mondo musulmano moderato di condanna netta e permanente, senza se e senza ma”.
Ma è guerra di religione? Gli attentati terroristici ne sono espressione? La risposta del cardinale di Genova è “assolutamente no”: “Non dobbiamo farci irretire nella trappola della guerra di religione, non possiamo assolutamente accettarlo perché così non è.I l mondo islamico moderato esiste, e la Chiesa italiana gli chiede di far sentire la sua voce”.
Poi c'è da considerare il valore enorme che ha la condanna della violenza fondamentalista: “la primissima risposta al fondamentalismo barbaro e brutale deve arrivare dal mondo islamico, perché se chi pratica la violenza si sente circondato da una condanna netta, chiara, permanente, senza paura credo dovrà prenderne atto”.
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