Sabrina Misseri tornerà in libertà per aver trascorso sei anni in carcere senza una sentenza definitiva di condanna. Nei primi due gradi di giudizio è stata condannata con sua madre Cosima Serrano all'ergastolo per l'omicidio della cugina Sarah Scazzi
Per scadenza dei termini di custodia cautelare tornerà in libertà Sabrina Misseri, condannata all'ergastolo per l'omicidio ad Avetrana della cugina 15enne Sarah Scazzi.
La legge su questo aspetto parla chiaro: la custodia cautelare, al netto di proroghe e sospensioni, secondo l’articolo 303 del codice di procedura penale, non può durare più di sei anni. E Sabrina in carcere questi anni li ha ormai quasi completati. Era 15 ottobre del 2010, infatti, quando fu arrestata, dopo la confessione (una delle tante) di suo padre Michele che l’accusò di quell'assassinio compiuto nell'agosto 2010. Contro Sabrina Misseri non c'è ancora una sentenza definitiva ed è ormai impossibile che entro il 15 ottobre di quest'anno si possa esprimere la Corte di Cassazione.
Sabrina Misseri, quindi, il prossimo 15 ottobre uscirà dal carcere di Taranto dove è attualmente rinchiusa con sua madre Cosima Serrano, anche lei condannata all'ergastolo per lo stesso omicidio. Insomma, l’ultima sentenza, quella della Cassazione, Sabrina potrà ascoltarla “a piede libero”, cioè in libertà. Sino a quel giorno, una volta varcato l'uscio del carcere, potrà tornare a vivere nella sua casa di famiglia, in via Deledda, ad Avetrana. Lì troverà suo padre Michele che sì l'ha accusata di omicidio ma che ha poi anche ritrattato addossandosi tutte le colpe e scagionandola senza però riuscire a convincere i giudici che hanno scritto le motivazioni delle sentenze di primo e secondo grado.
Eppure di quanto fosse concreta questa possibilità di scarcerazione per Sabrina Misseri noi di newspuglia lo avevamo scritto più volte (leggi articolo del 4 maggio 2016) e l'allarme sarebbe dovuto arrivare a chi amministra i tempi della giustizia.
Ciò che mancano, al momento, sono le motivazioni della sentenza della Corte d'Assise di Taranto. La sentenza c'è dal 27 luglio 2015 e sostanzialmente conferma il verdetto del primo grado. Ma dal 27 luglio 2015 il giudice relatore Susanna De Felice (tra l'altro impegnata anche nelle commissioni d'esame per il concorso in Magistratura) e il presidente Patrizia Sinisi (di recente nominata presidente della Corte d’appello di Potenza) sono state impegnate a tal punto da rendere impossibile sino ad ora il deposito in Cancelleria delle motivazioni di quella sentenza di condanna. Di conseguenza gli avvocati difensori di Sabrina sono ancora impossibilitati, proprio perché non conoscono le motivazioni della sentenza di secondo grado, a presentare il caso alla Corte di Cassazione. Nel frattempo saranno trascorsi completamente i sei anni di carcere e Sabrina potrà tornare in libertà.
Diversa potrebbe essere la sorte, invece, per la madre di Sabrina, Cosima Serrano. Per quest'ultima, infatti, i sei anni di carcere scadranno il 26 maggio del 2017 (fu arrestata il 26 maggio del 2011).
Per entrambe queste donne, va ricordato, non c'è ancora una sentenza definitiva e anche per loro dovrebbe valere, quindi, la presunzione di non colpevolezza. Indipendentemente da quale sarà la sentenza definitiva nei loro confronti (assoluzione o condanna) c'è comunque il rammarico per una doppia sconfitta della giustizia che ha dimostrato, ancora una volta, di essere fin troppo lenta e poi per essere stata incapace in questi sei anni di sottoporre Sabrina Misseri e sua madre Cosima ad un programma di rieducazione e recupero. Eppure l’articolo 27 della Costituzione afferma che la pena deve tendere alla rieducazione del reo. A loro due in tutto questo tempo non è stato neppure proposto un intervento rieducativo. (Cosima Miacola)
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