Ven22112024

Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

"Il lavoro è per la vita, non per la morte" ha detto l'arcivescovo Santoro ai funerali a Roccaferrata di Giacomo Campo

La chiesa era insufficiente per contenere tutti. Si è scelta la piazza del paese per l'ultimo saluto a Giacomo Campo, il 25enne operaio morto sabato mattina per un incidente nell'Ilva. A Roccaferrata, un paese di duemila abitanti del Tarantino, tutti hanno voluto partecipare al rito funebre officiato dall'arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, in piazza Vittorio Emanuele II.

Il feretro è giunto in piazza precedendo il corteo partito da casa della nonna di Giacomo. Lui viveva lì e come ha confermato un suo zio negli ultimi mesi stava cercando un alloggio da comprare per coronare il sogno d'amore. Giacomo voleva sposarsi con Ilenia e i soldi dello stipendio che guadagnava dalla ditta Steel Service, azienda appaltatrice dell'Ilva per i lavori di manutenzione, gli servivano principalmente per questo obiettivo.

Giacomo, alla messa in piazza, c'è arrivato in una bara bianca e bianchi sono i tanti palloncini utilizzati dai i suoi amici per addobbare la piazza in suo onore. A partecipare al rito religioso con i familiari di Giacomo e la sua fidanzata Ilenia c'erano anche il prefetto di Taranto, Umberto Guidato, e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano o a tanti sindaci dei paesi limitrofi.

L'arcivescovo Santoro, nell'omelia, ha detto che "Taranto non ne può più. Il lavoro è per la vita, non per la morte". Il presule ha aggiunto che queste morti sono “un tributo insostenibile e ingiusto. Non è un ineluttabile destino quello che ha falciato la vita del nostro fratello! Il Cristo in croce oggi può parlare al cuore dei parenti di Giacomo. Il Cristo che soffre con noi e per noi. Così come anche la vergine Maria, ai piedi della croce oggi può consolare questa famiglia. Non estranea, non spettatrice, ma partecipe, immersa nel vostro stesso dolore. Questa compassione/commozione di Cristo pervada anche noi, perché non lo accompagniamo solo con le lacrime, ma con il nostro impegno, la nostra solidarietà".”

Santoro non ha mancato di pungolare le Istituzioni: “a chi ha in capo la responsabilità di garantire un futuro giusto ai figli di Taranto dico che il tempo degli intenti è ormai scaduto e che il Signore ci guarda e ci chiede gesti grandi".

Rivolgendosi ai genitori di Giacomo l'arcivescovo, che ha concelebrato la santa messa assieme ai sacerdoti monsignor Emanuele Tagliente, il parroco di Giacomino, padre Nicola Preziuso e don Andrea Mortato, ha detto: "Chi vi potrà ridare questo giovane, legato alla vita che voleva metter su casa e famiglia insieme alla sua fidanzata Ilenia? Chi ve lo restituirà? Vi chiedo di essere testardi e audaci nella speranza: Gesù ce lo restituirà".

Lacrime sul volto non solo delle donne durante l'omelia e il funerale ma a tratti anche rabbia per una morte improvvisa e brutale che ha colpito chi voleva solo vivere e lavorare. Su uno striscione qualcuno ha scritto “Murì pe’ campà”. Un'assurdità. (Mauro De Carlo)