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Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Procura Trani con rogatoria internazionale vuole sequestrare in Germania documenti nella Deutsche Bank

La Procura di Trani vuole sequestrare importanti documenti che si trovano nella sede di Deutsche Bank a Francoforte Sul Meno. Il sospetto è che nella prima metà del 2011 il mercato sia stato manipolato dalla Banca tedesca mediante la vendita di circa 7 miliardi di euro di titoli del debito pubblico italiani che l'istituto di credito aveva in portafoglio. Per acquisire la nuova documentazione i magistrati pugliesi chiederanno una rogatoria internazionale alla Germania.

Ad essere indagati dalla Procura di Trani attualmente sono l’ex presidente Josef Ackermann, gli ex co-CEO, Anshuman Jain e Jurgen Fitschen, l’ex capo dell’ufficio rischi Hugo Banziger e Stefan Krause, ex direttore finanziario ed ex membro del board.

La banca tedesca quando apprese di essere indagata dalla Procura di Trani si affrettò a dichiarare ufficialmente, mediante un comunicato stampa, di voler continuare “certamente a collaborare con le autorità in ogni fase di questa vicenda”. Dai legali dell'istituto di credito gli inquirenti tranesi avevano ricevuto infatti la promessa che tutti i documenti necessari allo sviluppo delle indagini sarebbero stati prodotti e consegnati prontamente da Deutsche Bank. Se la Procura ora è pronta a chiedere la rogatoria internazionale è evidente che la consegna dei documenti necessari non c'è stata fatta o è avvenuta solo in parte e comunque in misura insufficiente per l'accertamento della verità dei fatti.

Secondo il pm inquirente, Michele Ruggiero, la vendita fu «autorizzata e/o comunque disposta» dall'allora management della banca con “condotte artificiose, a carattere informativo ed operativo, da ritenere manipolative del mercato”. Sempre secondo l'accusa, Deutsche Bank in tre pubblicazioni di febbraio-marzo 2011, definì sostenibile il debito sovrano dell'Italia, ma nascose ai mercati finanziari le sue reali intenzioni di ridurre subito e drasticamente i titoli italiani in portafoglio.

Solo nel giugno 2011, con la pubblicazione da parte di Deutsche Bank dell'Interim Report, il mercato e tutti gli operatori - è scritto negli atti - seppero “improvvisamente della drastica, massiccia e repentina riduzione dell'esposizione al rischio Italia da parte di D.B., interpretandola ragionevolmente e secondo le ordinarie logiche di mercato come un chiaro segnale di sfiducia del gruppo nei confronti della tenuta del debito sovrano italiano”.

Questo comportamento della Deutsche Bank potrebbe essere un elemento fondamentale per confermare l'ipotetico “golpe” dei mercati contro l’Italia che allora era governata da Berlusconi. La cosa certa è che in seguito a quelle vendite massicce della banca tedesca aumentò notevolmente la sfiducia dei mercati nei confronti dell'Italia con conseguente aumento dello spread, cioè la forbice di differenza tra il rendimento offerto dal Btp a 10 anni e quello del suo omologo tedesco, il Bund.

Berlusconi per quelle vicende ha sempre accusato la Germania di aver utilizzato la manipolazione del mercato per fare cadere il suo governo. Accuse che furono estese allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per non aver sciolto il Parlamento e portato il paese alle elezioni, ma aver deciso, invece, per la nomina di un governo tecnico.

Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei Deputati ha chiesto che sia anche il Parlamento ad indagare su questa storia che – a suo parere- è stata una ”congiura politica di potenze estere con il consenso e la regia del Quirinale, con Napolitano presidente”. Nel caso si vada a processo la proposta di Brunetta al governo Renzi è di chiedere nella prima udienza di costituirsi parte civile.

Insomma l'inchiesta giudiziaria in svolgimento a Trani può aprire scenari sconfinati. (Giancarlo Vincitorio)