Oltre alla Xylella in Puglia danni causati anche dal virus Tristeza
Un milione e 100mila quintali di arance, mandarini e clementine. Questa è la produzione annua in Puglia. Produzione a rischio perché le piante di agrumi sono attaccate ora da un virus di origini asiatiche: “Tristeza”. Come se non bastasse la Xylella, che sta flagellando gli alberi di olivo, adesso c'è un contagio specifico di un altro virus per gli agrumeti pugliesi.
I danni ci sono già, soprattutto nel Tarantino. Le stime indicano una riduzione del 17% dell’estensione degli agrumeti (2mila ettari) con un conseguente calo produttivo. Tutto questo si è già verificato in soli 5 anni, dal 2010.
L'allarme viene dato da Coldiretti che chiede, al contempo, l'attenzione delle Istituzioni su questo nefasto fenomeno.
Aldo De Sario, direttore della Coldiretti di Taranto, chiede che siano incrementati i controlli sulle importazioni. “La prima difesa da fare è quella perché il contagio sulle nostre piante – come nel caso della Xylella – è virus e batteri provenienti da paesi esteri.
Citrus Tristeza virus, appartenente al gruppo delle Closterovirusche. Si diffonde per innesto o attraverso gli afidi delle piante. Come per la Xylella, al momento non c'è una cura. Il rimedio per contrastare il diffondersi del contagio è l'eradicazione della pianta.
La Coldiretti chiede che la Regione Puglia non resti a guardare – così come purtroppo è accaduto per la Xylella: “Serve un piano operativo di contrasto e più controlli per evitare che piante infette possano arrivare in Italia danneggiando irrimediabilmente la nostra produzione”.
Insomma, preoccupano le massicce importazioni e ovviamente anche la diffusione del virus Tristeza. Negli ultimi 15 anni – fa sapere Coldiretti - sono andati persi 60mila ettari di agrumi e ne sono rimasti 124mila, dei quali 30mila in Calabria e 71mila in Sicilia. In parte a causa di Tristeza ma anche e soprattutto per i prezzi pagati agli agricoltori che non riescono neanche a coprire i costi di raccolta a causa della concorrenza sleale dei prodotti importati dall’estero, in una situazione di grave dumping economico, sociale ed ambientale.
“Un trend drammatico che ha effetti pesanti sul piano economico e occupazionale per le imprese agricole, ma anche dal punto di vista ambientale e per la salute dei consumatori”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “occorre intervenire con misure di trasparenza per promuovere i consumi sul mercato interno e favorire le esportazioni. Rendere obbligatoria l’indicazione di provenienza in etichetta della frutta utilizzata nelle bevande e fermare la vendita in Italia delle aranciate senza arance”.
“Serve - conclude Moncalvo - anche rimuovere gli ostacoli strutturali che determinano uno svantaggio competitivo per le nostre imprese, con regole armonizzate sulle importazioni dall’estero dove spesso vengono utilizzati prodotti chimici vietati in Italia, controlli qualitativi più stringenti anche sulla reale provenienza della frutta in vendita, senza dimenticare i costi aggiuntivi dovuti dall’arretratezza del sistema di trasporti”. (Giancarlo Vincitorio)
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