Incendio nella baraccopoli foggiana per immigrati: morto un giovane bulgaro
E' morto carbonizzato nell'incendio appiccato nella notte nel “ghetto dei bulgari”, un raggruppamento di una trentina di baracche a una ventina di chilometri da Foggia. Atroce fine per un giovane immigrato bulgaro di 20 anni che non è riuscito a trovare scampo dalle fiamme perché lo hanno sorpreso nel sonno impedendogli qualsiasi possibilità di fuga. L’incendio ha distrutto la quasi totalità delle baracche abitate dagli immigrati di nazionalità bulgara. Rifugi costruiti con plastica, cartoni, metalli. E' qui che trovavano riparo circa 300 immigrati dei quali almeno una cinquantina sono bambini.
Alcuni immigrati hanno riferito ai carabinieri che l'incendio è stato provocato in seguito ad un violento litigio tra connazionali in stato di ebrezza. I militari hanno però hanno fatto sapere che “al momento, pur avendo ascoltato le dichiarazioni spontanee di alcuni bulgari non ci sono ancora elementi sufficienti per poter collegare le due circostanze. Stiamo valutando, anche perché, di litigi nella comunità ce ne sono spesso. Al momento, quindi, non siamo in grado di dire se l'incendio è di natura dolosa o accidentale».
Cosa fanno questi bulgari nel Foggiano? Lavorano nei campi per la raccolta di prodotti ortofrutticoli. Pochi giorni fa ci fu un altro incendio nei ghetti per immigrati del Foggiano. Ad essere avvolto dalle fiamme fu il cosiddetto 'Gran Ghetto', cioè quello realizzato nelle campagne tra San Severo e Rignano: lì trovano rifugio immigrati africani. Il fuoco ridusse in cenere un centinaio di baracche. L'incendio non fu doloso: a causarlo fu una stufa difettosa. Un uomo rimase contuso e un altro invece intossicato dai fumi.
Su questo ennesimo incendio si registra il commento del governatore della Puglia Michele Emiliano: "sono molto scosso per la morte del giovane bulgaro. Proprio in questi giorni abbiamo completato l'analisi ed una serie di proposte concrete da portare, insieme a Romact con il quale abbiamo sottoscritto un accordo operativo, all'attenzione del Consiglio d'Europa e della Commissione Europea i prossimi 15 e 16 dicembre.”
Emiliano ha anche detto anche che “quella che si vive nella provincia di Foggia è una emergenza umanitaria e di ordine pubblico che il Governo non può ignorare. I protocolli d'intesa per superare i ghetti non sono sufficienti se poi non vengono messe a disposizione le risorse necessarie per portare avanti gli obiettivi. C'è bisogno di conoscere nome, cognome e status giuridico delle persone che vivono nei ghetti. C'è bisogno di attivare una rete di ospitalità in immobili pubblici e privati non utilizzati. La Regione Puglia continuerà nel suo piano di riattivazione e ristrutturazione degli immobili di sua proprietà non utilizzati, ma non può da sola far fronte ad una situazione che necessita dell'intervento di tutti". (Cosima Miacola)
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