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Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Killer dovrà anche risarcire familiari di Sciannimanico con 525mila euro

E' stato condannato a 30 anni il pregiudicato barese Luigi Di Gioia. Sarebbe stato lui, secondo quanto scritto nella sentenza emessa dal Gup del Tribunale di Bari Francesco Agnino, ad aver ucciso l'agente immobiliare Giuseppe Sciannimanico di 28 anni. Accolta la tesi del pm Francesco Bretone che ha sempre parlato di omicidio premeditato. L'avvocato difensore, invece, ha cercato di dimostrare l'innocenza del proprio assistito 51enne tanto da chiedere l'assoluzione.

Sciannimanico è stato ammazzato a Bari il 26 ottobre 2015. Il processo, che si è svolto con rito abbreviato, ha condannato Di Gioia anche a risarcire le parti civili. Dovrà pagare provvisionali di 250mila euro ai genitori della vittima, di 100mila euro per il fratello Pasquale e 175mila euro in favore della fidanzata Vanessa.

Il movente dell'omicidio: tutta colpa dell'invidia professionale. Roberto Perilli, 47 anni, collega di Sciannimanico (entrambi lavoravano in un'agenzia immobiliare ), era invidioso degli affari che riusciva a concludere e aveva deciso di farlo uccidere. D'accordo con Di Gioia avrebbe attirato la vittima in una trappola fissando un appuntamento con la motivazione di fare un sopralluogo per visionare un appartamento da vendere. Fu scelta una strada poco frequentata del quartiere: via Tenente Casale. A quell'appuntamento però Sciannimanico fu ucciso con due colpi di pistola: un proiettile gli perforò la testa e un altro la spalla. Perilli in questo modo è riuscito ad eliminare un concorrente ma ora è imputato per omicidio in Corte d'Assise. Perilli e Di Gioia sono in carcere dal 6 novembre 2015

Va detto che Di Gioia non ha mai confessato quell'omicidio e al contrario si è sempre dichiarato innocente. Altro particolare importante è che la pistola utilizzata per il delitto non è stata mai trovata. Ciononostante Di Gioia e Perilli sono stati accusati di omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione. Per Di Gioia ora è arrivata la sentenza di condanna del Gup ma il suo avvocato ha già annunciato che intende presentare ricorso dinanzi alla Corte di Cassazione.

Nell'altro processo, quello a carico di Perilli la fidanzata della vittima ha confermato che c'erano state delle minacce per rivalità in ambito lavorativo. Vanessa Basile, assistita dall'avvocato Nicola Quaranta, ha dichiarato in aula che il suo uomo le aveva «parlato di alcune minacce ricevute da Perilli. Gli avrebbe fatto passare un guaio perché stava aprendo un’agenzia immobiliare nel suo quartiere, Japigia, ma lui non gli aveva dato peso». Giuseppe Sciannimanico ci rideva, non lo faceva per tranquillizzarla. Entrambi erano convinti che potevano essere delle vere minacce: «Non pensavamo che una persona potesse arrivare a tanto per l’invidia. Ridevamo di quelle minacce, non credevamo che sarebbe arrivato ad ucciderlo». Perrilli, difeso dagli avvocati Massimo Roberto Chiusolo e Rosita Petrelli, attende ora il conoscere quale sarà il suo destino. (Carmelo Molfetta)