Arrestati rapinatori pugliesi che assaltarono due furgoni portavalori: tutti i loro nomi
Sono otto i presunti rapinatori arrestati dalla polizia con l'accusa di aver assaltato due furgoni portavalori sull'autostrada A12 nei pressi di Pisa. Sono stati ammanettati e trasportati in carcere dopo essere stati prelevati dai loro alloggi a Cerignola (Foggia), Firenze, e Stornara (Foggia). La notifica della custodia cautelare in carcere degli indagati è stata fatta dai poliziotti della squadra mobile di Firenze, Pisa, Ancona e Foggia, con il coordinamento e la partecipazione diretta del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato.
Gli arrestati, tutti di Cerignola, sono accusati, a vario titolo, dei reati di tentata rapina, porto abusivo di arma da fuoco, ricettazione e riciclaggio. Ecco i loro nomi: Antonio Braschi, 39 anni; Gennaro Lorusso, 39 anni, Cosimo Attila Cirulli, 27 anni; Pasquale Matera, 40 anni; Damiano Carlucci, 46 anni; Pasquale Saracino, 43 anni; Matteo Lagrasta 43 anni; Giuseppe Stefanelli, 34 anni.
L'assalto ai furgoni portavalori, in uno c'erano circa sei milioni di euro, fu compiuto il 30 settembre scorso. In quell'occasione le armi spararano ben 170 volte. I banditi non riuscirono però ad impossessarsi del denaro anche per la resistenza dei vigilantes.
La banda criminale riuscì ad avvicinarsi ai mezzi blindati della BTV Mondialpol utilizzando lo stratagemma del travestimento: i malviventi avevano indossato divise delle forze dell'ordine e con lampeggianti e paletta erano riusciti finanche a bloccare il traffico veicolare su entrambe le corsie dell'autostrada. Il conflitto a fuoco, utilizzando pistole e fucili, c'è stato all'interno di una galleria.
La rapina risultò infruttuosa a causa di un piccolo problema tecnico. Nel tagliare la lamiera del blindato fu reciso un cavo che attivò il sistema spuma-block. La schiuma rese inutilizzabile il flessibile elettrico che stava tagliando la lamiera. A quel punto i banditi capirono che dovevano fuggire senza soldi. Questa mattina però sono stati tutti arrestati.
Ma come si è arrivati allo loro identificazione? Ci sono voluti mesi di indagini e gli inquirenti hanno saputo utilizzare una traccia importante: all'interno di una delle autovetture impiegate per l'assalto fu trovata una "viacard" servita per pagare il pedaggio autostradale. Poi le intercettazioni telefoniche, le analisi dei traffici telefonici e persino le tracce dei pneumatici sull'asfalto hanno contribuito a dare la svolta alle indagini. (Cosima Miacola)
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